L’attraversamento stabile dello Stretto di Messina è un’opera che creerà 120mila posti di lavoro, dando impulso allo sviluppo delle due regioni interessate. Favorendo altresì il decollo di un hub logistico portuale sull’isola e l’interscambio con Medio Oriente e Nord Africa, bacino da 500 milioni di persone.
La corsa contro il tempo sul varo del provvedimento, mentre arriva l’altolà di Eurostat sui conti e la piazza prepara le proteste contro il decreto.
Di nuovo in primo piano l’impronunciabile acronimo in cui abbiamo impacchettato gli oltre 200 miliardi di euro di aiuti dell’Europa, il PNRR.
Le incognite sulla realizzabilità del progetto per l’attraversamento dello Stretto di Messina, il faro del Quirinale sui vecchi accordi e della Ue sulla concorrenza.
Il più strenuo sostenitore dell’opera è il ministro Salvini, che promette entro 2 anni il via ai lavori: «Un modello per un’Italia che crede in se stessa».
Parla l’ingegner Dami, esperto di ponti: infrastruttura unica nel suo genere, affidiamoci agli studi di fattibilità.
I privati che vogliano rivendere beni rifugio dovranno fare attenzione: nella delega fiscale è allo studio una tassa sulla plusvalenza.
Ok a “pavimento” alle retribuzioni e tabelle di minimi nei contratti di categoria, ma vanno coinvolte le parti sociali per valorizzare la contrattazione.
Calabresi e siciliani non vogliono opere su cui le mafie costruiscono relazioni, ma attendono da anni servizi che si potrebbero offrire in poco tempo.
Lavorare nella fucina mondiale delle startup tecnologiche è stato un sogno per tanti. Ma un ufficio accattivante in cui giocare a ping-pong non basta più
