I profitti hanno raggiunto 6,1 miliardi di euro, con un aumento delle esportazioni fuori Unione, ma con un calo verso la Cina

L’ultimo rapporto della Commissione europea sul commercio agroalimentare evidenzia una crescita del surplus commerciale dell’UE, che ha toccato 6,1 miliardi di euro a luglio 2024, segnando un aumento dell’8% rispetto al mese precedente e raggiungendo livelli simili a quelli di luglio 2023. Tra gennaio e luglio 2024, il surplus complessivo è salito a 39,7 miliardi di euro, con un incremento di 1,1 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Le esportazioni dell’UE hanno totalizzato 137,2 miliardi di euro nei primi sette mesi dell’anno, con una crescita del 3% rispetto al 2023. A luglio, le esportazioni hanno toccato 20,8 miliardi di euro, in aumento del 10% rispetto al mese precedente e del 15% rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti e il Regno Unito sono i principali mercati in crescita: le esportazioni verso gli USA sono aumentate di 1,5 miliardi di euro (+10%), spinte dai prezzi elevati di olive e olio d’oliva, mentre quelle verso il Regno Unito sono cresciute di 914 milioni (+3%). Al contrario, le esportazioni verso la Cina sono calate di 728 milioni (-8%), soprattutto per il calo della domanda di carne suina congelata, latticini e cereali.

I prodotti che hanno registrato il maggior incremento in valore sono le olive e l’olio d’oliva (+59%) e la categoria caffè, tè, cacao e spezie (+25%). In calo, invece, le esportazioni di cereali, oli vegetali e vino, influenzate da prezzi e volumi più bassi.

Sul fronte delle importazioni, il totale da gennaio a luglio è stato di 97,5 miliardi di euro, con un aumento del 2% rispetto al 2023. A luglio 2024, le importazioni sono salite a 14,6 miliardi di euro, con una crescita dell’11% su base mensile e del 23% rispetto a luglio 2023. L’aumento più significativo è stato registrato per caffè, tè, cacao e spezie (+31%), trainato dai prezzi del cacao. In diminuzione, invece, le importazioni di semi oleosi e cereali, con cali rispettivamente del 15% e 20% a causa della riduzione dei prezzi globali.