L'Arte Povera, con la sua spinta verso la concretezza e il rifiuto dell'artificialità è una risposta alle sfide della modernità

La mostra sull’Arte Povera alla Bourse de Commerce di Parigi, aperta fino al 25 gennaio 2025, celebra il valore attuale di questo movimento artistico, emerso quasi 60 anni fa. L’esposizione, curata da Carolyn Christov-Bakargiev su incarico della direttrice della collezione Pinault, Emma Lavigne, offre una retrospettiva unica su tredici tra i principali artisti del movimento, tra cui Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Mario e Marisa Merz, Michelangelo Pistoletto, e Giuseppe Penone.

L’Arte Povera, con la sua spinta verso la concretezza e il rifiuto dell’artificialità, risuona oggi come una risposta alle sfide della modernità, dal distacco virtuale all’emergenza climatica. Attraverso opere potenti e cariche di simbolismo, come l’albero di bronzo di Penone, “Idee di pietra”, o la “Sequenza di Fibonacci” di Merz, la mostra invita a riflettere sul rapporto tra uomo, natura e memoria.

L’esposizione si snoda tra installazioni provenienti da prestigiose istituzioni internazionali, tra cui il Castello di Rivoli, la Tate di Londra e il Centre Pompidou, creando un percorso che dal passato si proietta nel futuro. Al centro della grande sala circolare della rotonda, la curatrice ha allestito un “abbecedario romantico” dell’Arte Povera, trasformando lo spazio espositivo in una scenografia teatrale.

A completare l’allestimento, tredici focus monografici dedicati agli artisti, che ne esaltano le individualità e offrono uno sguardo approfondito sul loro percorso. Ogni spazio diventa un ponte temporale, mettendo in dialogo opere storiche e creazioni più recenti, e rendendo così omaggio a un movimento che continua a ispirare il presente.