L’Italia rischia di perdere competitività nel mercato dell’arte, favorendo la fuga degli acquirenti verso paesi più vantaggiosi dal punto di vista fiscale
Un’occasione mancata, questo è il commento unanime al centro delle conversazioni tra galleristi, collezionisti ed operatori del settore presenti ad Artefiera Bologna 2025. Erano molte infatti le aspettative relative all’abbassamento dell’IVA sull’arte, attualmente fissata al 22%, sulla scia di quanto già avvenuto in Francia e Germania, dove, grazie alla Direttiva UE 2022/542, l’aliquota è stata ridotta rispettivamente al 5,5% e al 7%.
Il futuro del mercato dell’arte in Italia e le ripercussioni della recente approvazione del Decreto Legge n. 201 del 2024, avvenuta lo scorso 3 febbraio, hanno infranto le attese: il decreto infatti non ha introdotto alcuna modifica, lasciando il settore italiano in una posizione svantaggiata rispetto al contesto europeo.
Un Mercato Penalizzato e un’Occasione Mancata
Le conseguenze di questa mancata riforma sono tangibili: l’Italia rischia di perdere competitività nel mercato dell’arte, favorendo la fuga degli acquirenti verso paesi più vantaggiosi dal punto di vista fiscale. Per molti collezionisti emergenti, il semplice confronto dei costi è sufficiente per scegliere di acquistare oltre confine, con un risparmio immediato che rende l’Italia sempre meno attrattiva. Una realtà che pesa sulle spalle di galleristi e artisti, per i quali il commercio dell’arte è più di un business, è una vera e propria missione culturale.
Il problema non è solo economico, ma riguarda anche la democratizzazione dell’accesso all’arte. Con un’IVA così alta, il collezionismo rischia di diventare un lusso per pochi, allontanando nuovi potenziali appassionati. Il risultato? Una contrazione del mercato interno, un minor afflusso di capitali e una dispersione di investimenti verso altri paesi.
La domanda che si è fatta largo ad Artefiera è semplice: quanto denaro l’Italia perderà a favore di mercati più lungimiranti?
Un Settore Che Non Si Arrende
Nonostante la delusione, il mondo dell’arte italiana non si dà per vinto. La volontà di cambiare è ancora forte e la determinazione a ottenere una riforma fiscale più equa resta alta. Il dibattito è uscito dai padiglioni della fiera per raggiungere il cuore di Bologna, trovando voce anche al Cinema Modernissimo, dove si è svolta la prima edizione del Flash Art Italia Award.
In questa cornice, la Galleria ZERO…, premiata come migliore galleria d’arte dell’edizione, ha lanciato un proclama accorato, ribadendo la necessità di non restare inermi di fronte a una politica fiscale penalizzante. La risposta del settore non sarà quella di trasferirsi in blocco all’estero, ma di continuare a lottare affinché l’Italia riconosca il valore di un ecosistema artistico vivace e strategico.