La filiera  cresce in Italia, ma servono semplificazioni e infrastrutture per centrare i target del RePowerEU

Il biometano rappresenta una risorsa cruciale per la transizione energetica dell’Italia. La Piattaforma Biometano, coordinata dal Consorzio Italiano Compostatori (Cic) e dal Consorzio Italiano Biogas (Cib), ha delineato le priorità per sviluppare questa filiera durante il convegno svoltosi il 6 novembre a Ecomondo. Tra queste emergono la necessità di semplificare i processi burocratici e migliorare le infrastrutture di distribuzione per accogliere il biometano prodotto localmente.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) prevede entro il 2026 la produzione di 2,3 miliardi di Smc di biometano, tramite nuovi impianti e la riconversione di quelli esistenti. I risultati dei primi bandi sono promettenti: sono stati ammessi 278 progetti con una producibilità stimata di 1,1 miliardi di Smc/anno. Tuttavia, il settore richiede interventi urgenti per rispettare le tempistiche del Pnrr e rendere accessibile il biometano al mercato.

L’Italia, secondo produttore europeo di biogas, punta a un target di 5 miliardi di Smc di biometano entro il 2030, come indicato nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec). Questo dato si allinea alle stime del RePowerEU, che fissano per l’Europa un obiettivo di 35 miliardi di mc entro il 2030.

L’incremento della raccolta differenziata della frazione organica (Forsu) è essenziale per garantire il flusso di materia prima agli impianti. Nonostante l’obbligo di raccolta differenziata introdotto nel 2022, in molte aree italiane questo obiettivo è ancora lontano. Solo nel 2023, la produzione di biometano da rifiuti organici ha raggiunto circa 220 milioni di mc, con un potenziale massimo stimato di 370 milioni di mc entro il 2025.

Il settore agricolo gioca un ruolo centrale nella transizione ecologica: nel 2023 ha prodotto circa 600 milioni di mc di biometano, con una prospettiva di crescita fino a 6 miliardi di mc entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi, è necessario consolidare il supporto governativo oltre il 2026 e predisporre regole chiare per un futuro “post-Pnrr”.