Dopo decenni di relazioni ambigue e atteggiamenti ingombranti, Parigi pare voltar pagina considerare il regno un vero partner, anche economico

Durante la recente visita di stato in Marocco, il presidente francese Emmanuel Macron ha segnato una svolta epocale nelle relazioni franco-marocchine. Gli accordi bilaterali da 10 miliardi di euro siglati con re Mohammed VI vanno ben oltre il mero aspetto economico e indicano un cambio di paradigma nella politica estera francese.

Parigi sembra aver finalmente archiviato l’approccio da ex potenza coloniale, optando per un partenariato paritario con il regno nordafricano. Dal sostegno al piano di autonomia per il Sahara Occidentale agli investimenti in settori chiave come energia, infrastrutture e trasporti, emerge la volontà di costruire un’alleanza strategica di lungo periodo.

I 22 accordi firmati spaziano dal ferroviario all’aeronautico, dall’idrogeno verde alla connettività energetica. Alstom fornirà fino a 18 treni ad alta velocità, mentre Engie investirà 3,5 miliardi di euro nel settore dei fosfati. Total Eren si impegna nello sviluppo dell’idrogeno verde, con un investimento di quasi 130 milioni per un centro di manutenzione aeronautica.

Ma ciò che più conta è lo spirito con cui sono stati siglati: uguaglianza sovrana, rispetto reciproco, solidarietà. Principi ribaditi anche nella dichiarazione di “Partenariato eccezionale rafforzato”, che mira a consolidare la convergenza politica e strategica tra i due paesi.
Macron ha voluto rimarcare questi principi nel suo intervento al Parlamento di Rabat, chiedendo una “cooperazione naturale e fluida” anche su temi spinosi come l’immigrazione clandestina. Un approccio pragmatico, scevro dalle ingerenze del passato, che mira a rafforzare la collaborazione in ambito consolare, giudiziario e di sicurezza.

L’esperimento pilota sui visti per ex studenti marocchini, a cui sarà concessa la libera circolazione, è un altro tassello di questa nuova stagione di dialogo. Una politica che, se ben gestita, potrebbe divenire un modello anche per gli altri paesi del Maghreb con cui la Francia ha relazioni storiche controverse.