La Francia restituisce all’Etiopia circa 3.500 reperti e lancia un nuovo progetto da 7 milioni di euro
Sabato scorso, il ministro francese degli Affari Esteri, Jean-Noël Barrot, ha avviato la consegna di circa 3.500 reperti archeologici all’Etiopia, custoditi in Francia dagli anni Ottanta per scopi di studio. Il gesto, simbolo della collaborazione tra i due Paesi nel campo dell’archeologia e della paleontologia, ha incluso la consegna ufficiale di due bifacciali e di un tagliapietre alla ministra etiope del Turismo, Selamawit Kassa, durante una visita al Museo Nazionale di Addis Abeba.
I reperti provengono dagli scavi condotti presso il sito di Melka Kunture sotto la direzione del professor Jean Chavaillon. Questi oggetti, che risalgono a un periodo compreso tra 1 e 2 milioni di anni fa, sono stati temporaneamente inviati in Francia per approfondimenti scientifici e ora troveranno posto nelle collezioni paleontologiche etiopi. Attualmente depositati presso l’ambasciata francese ad Addis Abeba, saranno consegnati ufficialmente alla direzione del patrimonio etiope nei prossimi giorni.
Non si tratta di una restituzione in senso stretto, come spiegato dal consigliere culturale dell’ambasciata francese, Laurent Serrano, poiché i reperti non erano mai stati integrati nelle collezioni pubbliche francesi.
Oltre alla consegna dei reperti, il ministro Barrot ha annunciato il lancio del progetto “Sustainable Heritage in Ethiopia” (Patrimonio sostenibile in Etiopia), un’estensione del programma dedicato a Lalibela, per la valorizzazione di siti storici attraverso il coinvolgimento delle comunità locali, delle autorità politiche e religiose e della ricerca scientifica. Il nuovo programma prevede un contributo francese di 7 milioni di euro, che si aggiungono ai 3 milioni già destinati alla conservazione delle famose chiese rupestri di Lalibela.
La Francia sta inoltre contribuendo, con un investimento di 25 milioni di euro, al restauro del Palazzo Nazionale di Addis Abeba, trasformato in museo.