Dai primi candidati come Sefcovic e Micallef fino all'italiano in odore di vicepresidenza: procedure, quorum e tensioni politiche
Sono partite le audizioni dei 26 candidati commissari UE, penultimo passaggio per la formalizzazione del nuovo esecutivo europeo guidato da Ursula von der Leyen. Le audizioni si terranno da lunedì a giovedì per i candidati commissari, e il 12 novembre per i sei candidati alla vice presidenza esecutiva, tra cui l’italiano Raffaele Fitto.
I primi a sottoporsi alle verifiche sono stati Maros Sefcovic, slovacco indipendente candidato al Commercio e alla Sicurezza economica, e il socialista maltese Glenn Micallef, il più giovane tra i candidati, proposto per la Cultura. Le audizioni durano tre ore e coinvolgono le commissioni parlamentari competenti per le materie affidate al candidato.
Per passare, un candidato necessita del sì dei 2/3 dei coordinatori dei gruppi nelle commissioni. In caso contrario, possono essere richieste domande scritte supplementari o una nuova audizione. Se non viene raggiunto il quorum dei 2/3, si passa al voto a scrutinio segreto da parte di tutti i membri delle commissioni, con quorum a maggioranza semplice.
Grande attenzione è posta su Raffaele Fitto, al quale von der Leyen assegnerebbe anche l’incarico di vicepresidente esecutivo. Socialisti, liberali, Verdi e Sinistra hanno annunciato che non voteranno per lui nella Commissione Regi dell’Eurocamera. Tuttavia, Fitto dovrebbe farcela grazie al sostegno del PPE, ECR, Patrioti e ESN, che insieme hanno una risicata maggioranza.
Gli altri partiti, pur contrari a concedere la vicepresidenza a Fitto perché modifica di fatto la maggioranza politica che ha eletto von der Leyen, non sembrano intenzionati ad opporsi fino in fondo, anche per non compromettere la posizione di un’altra vicepresidente, la socialista spagnola Teresa Ribera. Una mossa strategica delle destre per mettere sotto scacco il gruppo S&D.
Le audizioni dei candidati commissari UE rappresentano quindi un passaggio cruciale non solo per la formalizzazione del nuovo esecutivo, ma anche per gli equilibri politici all’interno del Parlamento Europeo. In particolare, il caso di Raffaele Fitto evidenzia le tensioni e le manovre tra i vari schieramenti, con le destre che sembrano avere la meglio nonostante l’opposizione di socialisti e liberali.