L'industria automobilistica africana sta vivendo una fase di straordinaria espansione, con una presenza sempre più significativa sia di produttori locali che di grandi marchi internazionali

Il Marocco si è affermato come leader continentale nella produzione di automobili, grazie soprattutto al mega-impianto Renault di Tangeri, capace di produrre 500.000 veicoli all’anno. Il gruppo PSA, quando ancora non era parte di Stellantis aveva già a regime uno stabilimento da oltre 200.000 unità, mentre il costruttore cinese BYD punta sul mercato dei veicoli elettrici.

Il Sudafrica, pioniere del settore con impianti risalenti agli anni ’20, mantiene una solida posizione con una produzione annua di circa 600.000 veicoli, attraendo importanti investimenti da colossi come BMW e Beijing Automotive International .

Particolarmente dinamica è la situazione in Algeria, dove Renault guida lo sviluppo con un impianto da mezzo milione di vetture, affiancata da Volkswagen, PSA, Hyundai, Nissan e FCA. L’Egitto vanta una presenza consolidata di General Motors, presente da oltre cinquant’anni, insieme a BYD, BMW, Nissan e Hyundai.

Wallys
Wallyscarin

Ma l’aspetto più interessante è la nascita di produttori locali come la Mobius Motors in Kenya (fondata nel 2009), la Innoson Vehicle Manufacturing in Nigeria e la Wallyscarin Tunisia. Questi marchi africani, spesso finanziati dai governi e guidati da tecnici con esperienza presso costruttori europei, stanno contribuendo a creare una vera e propria identità automobilistica africana.

La crescita del settore è stata favorita da politiche governative che incentivano la produzione locale, come dimostrano i casi di Marocco e Algeria, che hanno introdotto normative per favorire l’assemblaggio in loco. Con le previsioni di crescita e i continui investimenti, l’Africa si sta rapidamente affermando come nuovo polo dell’industria automobilistica globale.