Il dibattito sull'energia in Africa è complesso e interconnesso con molteplici fattori economici, politici e ambientali

L’Africa è una terra di enormi risorse naturali e opportunità, ma anche di grandi squilibri economici e geopolitici che influenzano il suo sviluppo energetico.

L’Africa vista da fuori

Célestin Monga, economista con una cattedra ad Harvard ed ex vicepresidente della African Development Bank, ha sottolineato come il continente continui a dipendere dagli aiuti internazionali, in particolare dagli Stati Uniti attraverso la United States Agency for International Development (USAID).

Tuttavia, nonostante un export che genera circa 610 miliardi di dollari all’anno, solo una piccola percentuale di questi profitti rimane in Africa per lo sviluppo interno.

Il Congo e il cobalto

Un caso emblematico è quello del cobalto congolese. Il Congo detiene circa il 70% della produzione mondiale di questo metallo essenziale per le batterie dei veicoli elettrici. Con la crisi del settore automobilistico elettrico in Occidente, il valore del cobalto ha subito un drastico calo. La chiusura temporanea dell’export da parte del Congo per far risalire i prezzi ha avuto un impatto limitato, poiché la Cina controlla le principali miniere e la raffinazione del cobalto, influenzando così il mercato globale.

Per contrastare queste dinamiche, l’African Development Bank e KPMG hanno introdotto la valuta African Units of Account (AUA), una moneta virtuale legata ai minerali africani. Questo strumento mira a stabilizzare il valore delle risorse africane, ancorandole all’euro e al dollaro, e attrarre investimenti esteri in un settore critico per l’energia sostenibile.

L’Italia e l’Africa: un legame energetico

L’Italia ha un ruolo di primo piano nel panorama energetico africano. Il nostro Paese è il principale importatore europeo di fonti fossili dal continente, con un valore annuo di circa 30,3 miliardi di euro distribuiti su quindici nazioni africane. Il Piano Mattei per l’Africa mira a rafforzare la cooperazione tra l’Italia e i Paesi africani, promuovendo investimenti in energie rinnovabili e progetti di sviluppo sostenibile. L’obiettivo è creare un circolo virtuoso che benefici sia il continente africano sia l’Europa.

L’Africa vista da dentro

Il continente africano vive una dicotomia costante: da un lato, possiede immense risorse naturali; dall’altro, dipende ancora troppo da attori esterni per il proprio sviluppo. Questa contraddizione si riflette nella sua politica energetica, dove il bisogno di autonomia si scontra con la realtà della dipendenza dai mercati globali e dagli investitori stranieri.

Il futuro energetico dell’Africa dipende dalla capacità di valorizzare le proprie risorse senza esserne depredato. Il miglioramento delle infrastrutture, il rafforzamento delle economie locali e una gestione più equa delle risorse sono passi fondamentali per trasformare il continente in un attore autonomo nel panorama energetico globale.

Come trovare un equilibrio?

Il dibattito sull’energia in Africa è complesso e interconnesso con molteplici fattori economici, politici e ambientali. La domanda da porsi è: fino a che punto i Paesi esterni possono intervenire senza influenzare negativamente l’equilibrio locale?

L’Africa non è una scatola chiusa, ma un territorio ricco di potenzialità ancora da esplorare. Il modo in cui la comunità internazionale sceglierà di interagire con essa determinerà il suo sviluppo nei prossimi decenni, e la linea di confine tra “troppo” e “troppo poco” sarà definita dal livello di rispetto e cooperazione adottato nei rapporti internazionali.