La Fiera 1-54 a Marrakech continua a crescere, confermandosi non solo un punto di riferimento per il mercato dell’arte africana, ma anche un catalizzatore di idee e progetti che valorizzano la cultura e la creatività del continente

La Fiera 1-54 di Marrakech torna con la sua sesta edizione, confermandosi un appuntamento imperdibile per il mondo dell’arte africana contemporanea. Ospitata negli spazi esclusivi dell’hotel boutique La Mamounia e nella sede più intima di DaDa, la fiera attira collezionisti, esperti e appassionati da tutto il mondo. La sua crescita costante la porterà a espandersi a giugno anche ad Art Basel, dimostrando il suo ruolo chiave nel panorama artistico internazionale.

Un Omaggio alla Diversità Artistica dell’Africa

Il nome 1-54 è un tributo ai 54 paesi che compongono il continente africano. La fiera è stata fondata da Touria El Glaoui, nipote di Thami El Glaoui, storico pascià di Marrakech, con l’obiettivo di ampliare la conoscenza dell’arte africana e della diaspora. Quest’anno sono presenti 27 gallerie e 4 progetti speciali, tra cui spiccano due italiane: C+N Canepaneri e Primo Marella Gallery.

Tra le gallerie di punta, La Galerie 38, con sedi a Casablanca e Marrakech, e Loft Art Gallery, anch’essa presente in entrambe le città, si distinguono per la qualità e la varietà delle opere esposte. Loft Art Gallery ha presentato un dipinto di Mohamed Hamidi, figura chiave della Scuola di Casablanca, che fonde modernismo europeo e tradizioni marocchine. L’esposizione include opere di Amina Agueznay (lavori in lana), Bouchra Boudoua (ceramica) e Nassim Azarzar, che esplora il rapporto tra forme e immagini popolari. Spicca anche Samy Snoussi, il cui lavoro si caratterizza per un intreccio di segni vibranti e dinamici.

Le Opere e le Tendenze in Mostra

La Galerie 38 propone un viaggio tra modernismo marocchino e contemporaneità internazionale, con artisti come il sudafricano Kendell Geers, le cui opere evocano una dimensione mistica e provocatoria. Un momento clou della fiera è stata la Notte delle Gallerie il 30 gennaio, con l’evento “La conferenza degli uccelli”, arricchito da una bipersonale tra Hamidi e Geers e un coinvolgente DJ set.

Un’altra esposizione da non perdere è “Enchanters”, una collettiva ispirata al celebre “Les Magiciens de la Terre”, curata da Simon Njami, noto direttore artistico della Biennale di Dakar.

La Loft Gallery ospita una doppia proposta: una collettiva e una personale dedicata al fotografo marocchino Mous Lamrabat, che affronta tematiche di nostalgia, sradicamento e identità attraverso una fotografia pop e ironica, caratterizzata da un’estetica teatrale.

La Sezione DaDa e i Giovani Talenti

DaDa, la sezione più sperimentale della fiera, è dedicata alle gallerie emergenti. Tra le presenze più interessanti, spicca Hunna Gallery del Kuwait, che presenta le opere delle giovani artiste Amina Yahia (Egitto) e Maïssane Alibrahimi (Marocco). Le due esplorano il ruolo della donna nella società islamica attraverso dipinti narrativi e sculture provocatorie.

Premi e Riconoscimenti

Uno dei momenti più attesi è stato il Prix Mustaqbal, istituito nel 2021 dalla Fondazione TGCC for Art and Culture, che premia artisti marocchini tra i 18 e i 35 anni. Tra i selezionati, spiccano Rita Tabit con le sue fotografie fantasmatiche e Yassine Sellame, che documenta il mondo degli skater marocchini con immagini evocative e cinematografiche.

Eventi Collaterali e Istituzioni Culturali

Parallelamente alla fiera, Marrakech ha ospitato eventi esclusivi, tra cui la notte delle gallerie del Musée Yves Saint Laurent, che ha offerto un’immersione nell’archivio dello stilista con bozzetti, abiti iconici e una scenografia teatrale.

Un altro evento di rilievo è stato il ricevimento al MACAAL – Museo di Arte Africana Contemporanea, che ha inaugurato la mostra “Seven Contours One Collection”. L’esposizione, curata da Morad Montazami e Madeleine De Colnet, esplora la storia dell’arte africana dal 1950 a oggi, con 91 artisti in mostra e installazioni site-specific di Aicha Snoussi e Salima Naji.

Il Ruolo del Laberinto Studio e la Conservazione del Patrimonio

Da segnalare infine il lavoro del Laberinto Studio, che opera per la tutela del patrimonio architettonico di Guéliz. Situato in una storica stamperia degli anni ’40, questo spazio ospita la mostra “Guéliz Manifesto”, un progetto che riflette sull’identità urbana attraverso dieci punti cardine, tra cui “La memoria non è in vendita” e “L’architettura è un atto politico”.