La Tunisia si trova di fronte a una trasformazione significativa nel settore dei trasporti, un comparto che oggi rappresenta oltre un terzo del consumo energetico nazionale e contribuisce in modo rilevante alle emissioni di gas serra. Per ridurre il suo impatto ambientale, il governo ha deciso di investire nella diffusione di veicoli elettrici e nella creazione di un’infrastruttura dedicata.

La Tunisia si trova di fronte a una trasformazione significativa nel settore dei trasporti, un comparto che oggi rappresenta oltre un terzo del consumo energetico nazionale e contribuisce in modo rilevante alle emissioni di gas serra. Per ridurre il suo impatto ambientale, il governo ha deciso di investire nella diffusione di veicoli elettrici e nella creazione di un’infrastruttura dedicata. L’obiettivo è chiaro: introdurre 5.000 auto elettriche e installare 60 stazioni di ricarica pubbliche entro il 2026, con una visione più ampia che prevede 50.000 veicoli e 5.000 punti di ricarica entro il 2030. Questo piano rappresenta un passo avanti verso la sostenibilità, ma solleva interrogativi sulle implicazioni economiche e occupazionali, specialmente per chi lavora nell’ambito della manutenzione automobilistica. La diffusione dell’auto elettrica cambierà radicalmente la struttura dell’industria automobilistica locale. Rispetto ai motori tradizionali, quelli elettrici hanno un minor numero di componenti e richiedono meno interventi di riparazione, il che potrebbe ridurre la domanda di manodopera nel settore. Per questo motivo, esperti e analisti sottolineano la necessità di formare nuovi professionisti e riqualificare gli attuali meccanici, affinché possano operare su tecnologie avanzate. Secondo Youssef Rabeh, rappresentante della Chambre Syndicale Nationale de la Mécanique Automobile, la Tunisia deve prima garantire un’infrastruttura adeguata per la ricarica prima di pensare a una transizione su larga scala. “Non possiamo parlare subito di impatti occupazionali, ma dobbiamo prepararci formando specialisti e potenziando la rete di stazioni di ricarica”, ha dichiarato.

Nonostante l’impegno istituzionale, la diffusione delle auto elettriche incontra ancora molte resistenze tra i cittadini. Un’indagine condotta da Emrhod Consulting mostra che quasi la metà dei tunisini (49%) considera il costo d’acquisto il principale fattore nella scelta di un’auto, e solo il 14% si dichiara favorevole all’acquisto di un veicolo elettrico, contro un 47% che preferisce ancora le auto a benzina o diesel. Oltre al prezzo, un altro elemento di freno è la mancanza di stazioni di ricarica diffuse sul territorio. Senza una rete capillare, l’utilizzo quotidiano di questi veicoli resta complicato per la maggior parte dei cittadini. Il passaggio alla mobilità elettrica impone un ripensamento del mondo dell’assistenza e della manutenzione dei veicoli. Se da un lato alcune professioni tradizionali possono ridursi, dall’altro emergono nuove figure professionali legate alla tecnologia elettronica, alla sicurezza operativa e ai sistemi di alimentazione elettrica. Affinché la Tunisia possa allinearsi alle tendenze globali della mobilità sostenibile, sarà essenziale un piano che non solo favorisca l’acquisto di auto elettriche, ma che garantisca anche un’adeguata rete di ricarica e percorsi di formazione per i lavoratori del settore. Con queste premesse, la transizione potrebbe trasformarsi da sfida complessa a grande opportunità per il futuro dell’industria automobilistica nel paese.