L’alleanza tra le nazioni in via di sviluppo punta a promuovere l’innovazione tecnologica, valorizzare le tradizioni culturali e supportare l’artigianato locale su scala globale
I rappresentanti del settore moda dei Paesi emergenti si uniscono per promuovere la crescita del settore, formando la Brics Iff – Brics International Fashion Federation. L’accordo è stato siglato a Mosca durante la seconda edizione del Brics+ Fashion Summit, tenutasi dal 3 al 5 ottobre. L’alleanza, sottoscritta da esponenti del settore provenienti da oltre 50 nazioni in via di sviluppo, nasce con l’obiettivo di creare una rete globale per il fashion system dei Paesi partecipanti.
Questa iniziativa darà maggiore risonanza alle nostre voci, afferma Sunil Sethi, presidente del Fashion Design Council of India
Il termine “Bric” venne introdotto nel 2001 per descrivere le economie emergenti di Brasile, Russia, India e Cina, destinate a diventare protagoniste della scena economica mondiale entro il 2050. Nel 2010, il gruppo si è ampliato includendo il Sudafrica e, nel 2024, Egitto, Etiopia, Iran e Emirati Arabi Uniti si sono uniti. Tra i Paesi aderenti alla neonata Brics Iff figurano India, Sudafrica, Russia, Indonesia, Malesia, Ghana, Tanzania, Giordania, Ecuador, Paraguay, Kenya e molti altri.
«L’idea di una coalizione della moda tra Paesi emergenti era attesa da tempo», ha dichiarato Sunil Sethi, presidente del Fashion Design Council of India. «I brand e i creativi dei mercati emergenti affrontano sfide comuni, come le interruzioni della supply chain e le problematiche ambientali, che richiedono soluzioni collettive. Poiché l’industria della moda è prevalentemente dominata da pochi marchi globali, c’è la necessità di una piattaforma che amplifichi la voce dei mercati emergenti».
La missione principale della nuova federazione è quella di rafforzare ed estendere la rete del fashion system dei Paesi partecipanti a livello globale. Tra i punti principali del memorandum si delineano il supporto ai designer locali, la promozione di una moda sostenibile, il miglioramento delle relazioni culturali e la creazione di un terreno comune per le economie emergenti, attraverso iniziative di formazione e informazione. I Paesi coinvolti puntano anche a sostenere l’innovazione tecnologica, preservare le identità culturali e valorizzare l’artigianato tradizionale.