Tratto dall'edizione numero 37 del 19/05/2023

«Il risparmio sta esaurendo il sostegno ai consumi e l’incertezza per l’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse comprimono le intenzioni di acquisto»: è il monito lanciato da Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, presentando il rapporto Confcommercio-Censis su fiducia e consumi delle famiglie.
Dai dati emerge che nel 2022, a prezzi costanti, in Italia non abbiamo recuperato né il reddito disponibile pro capite del 2019 né, tantomeno, quello del 2007, ossia il massimo. Siamo sotto di 150 euro in termini reali rispetto al 1995.
Il rapporto evidenzia una contraddizione che rischia di rallentare la ripresa, in assenza di interventi urgenti, come riforme fiscali e investimenti: la fiducia degli italiani è ai massimi storici, eppure le intenzioni di acquisto nel 2023 sono inferiori non solo rispetto al 2022, ma addirittura rispetto al 2019.
Una contraddizione pericolosa.
Osserva Mariano Bella, direttore del Centro studi di Confcommercio:
Le famiglie ammettono che le cose sarebbero potute essere peggiori di quanto non siano, e dunque tirano un sospiro di sollievo: l’occupazione è ai massimi, i sostegni pubblici hanno funzionato nella ripresa dalla pandemia.