Nicole Kidman ha incantato il pubblico con la sua interpretazione nel film "Babygirl"
Alla 81esima Mostra del Cinema di Venezia, Nicole Kidman, una delle attrici più iconiche e versatili del panorama cinematografico internazionale, ha nuovamente incantato il pubblico con la sua interpretazione nel film “Babygirl”. Conosciuta per la sua capacità di incarnare ruoli complessi e intensi, Kidman ha dimostrato ancora una volta il suo talento, sfidando se stessa e il pubblico con ogni nuovo progetto.
Nel film, diretto dalla talentuosa regista Halina Reijn, Kidman interpreta Romy, una potente donna d’affari che rischia tutto ciò che ha costruito per una relazione segreta. Durante un’intervista, l’attrice australiana ha raccontato il significato di questo ruolo, le sfide affrontate sul set e l’importanza di lavorare con una regista donna su un film che esplora in profondità il desiderio femminile.
“Un’immersione totale nel personaggio”
Quando le viene chiesto del suo approccio al personaggio di Romy, Kidman spiega: “Questo film parla di temi fondamentali come il sesso, il desiderio, i segreti, ma anche di matrimonio, verità e consenso. È una storia intricata, narrata attraverso lo sguardo di una donna, Halina Reijn, e questo ha reso l’intero progetto molto speciale e liberatorio per me”.
L’attrice ha parlato della sua preparazione per il ruolo, sottolineando l’importanza di abbandonarsi completamente alla storia senza riserve: “Ho trovato liberatorio raccontare una storia così complessa, dove il desiderio femminile è esplorato con onestà e profondità. Questo mi ha permesso di portare in scena Romy con tutta la sua vulnerabilità e forza, rendendo la sua esperienza emotiva e psicologica il fulcro della mia interpretazione”.
La sicurezza sul set: una chiave per affrontare scene intense
Il film è caratterizzato da una forte carica erotica e da scene intense, che hanno richiesto un approccio delicato e rispettoso. “Sul set di ‘Babygirl’ mi sono sentita completamente al sicuro”, afferma Kidman. “Questo mi ha permesso di lasciarmi andare e di interpretare il mio personaggio con totale apertura. Non ho mai pensato al corpo in quanto tale, ma piuttosto a come utilizzare ogni aspetto fisico per raccontare la storia al meglio”.
L’attrice ha elogiato l’ambiente di lavoro creato da Reijn: “La sicurezza e l’armonia tra il cast e la troupe sono stati fondamentali. Lavorare in un ambiente in cui mi sentivo protetta mi ha permesso di esplorare anche le scene più difficili, come quelle di sesso o di umiliazione, senza sentirmi giudicata o esposta. È stato un processo molto intenso, che ha richiesto fiducia reciproca e un profondo rispetto per il lavoro di tutti”.
Collaborazione con una regista donna: un’esperienza di emancipazione
Kidman ha anche riflettuto sull’importanza di lavorare con una regista donna su un progetto che esplora così profondamente il desiderio femminile. “Lavorare con Halina Reijn è stata un’esperienza unica”, dice. “C’è qualcosa di straordinario nel lavorare con una regista che comprende profondamente la psiche femminile e che sa raccontare una storia come questa con autenticità e coraggio”.
La regista ha creato un ambiente in cui il cast si è sentito libero di esplorare e di spingersi oltre i limiti: “Questa è una storia di libertà, scritta da una donna, e questo la rende speciale. Spero che il pubblico possa cogliere il messaggio di emancipazione e la complessità dei personaggi, che riflettono una realtà spesso taciuta ma profondamente radicata nelle esperienze di molte donne”.
Lavorare con nuovi talenti e creare dinamiche forti sul set
Nicole Kidman non è l’unica stella di “Babygirl”. Nel film, il personaggio di Romy diventa un modello per la giovane assistente interpretata da Sophie Wilde. “Sophie è un talento straordinario e lavorare con lei è stato davvero stimolante”, afferma Kidman. “La dinamica tra i nostri personaggi, dove la mia Romy è una figura di potere e ispirazione per il personaggio di Sophie, si è sviluppata in modo molto naturale grazie alla nostra intesa sul set”.
Kidman ha lodato la profondità con cui Wilde ha interpretato il suo ruolo, e ha espresso orgoglio per far parte di un progetto che mette in luce il talento delle giovani donne e racconta storie potenti.
La costruzione di un legame per le scene più delicate
Parlando delle scene più intime, Kidman ha sottolineato quanto fosse importante creare un legame forte con il suo co-protagonista Harris Dickinson. “È stato fondamentale. Harris e io ci siamo incontrati a New York, in una sala prove, dove abbiamo parlato a lungo e ci siamo conosciuti meglio. Questo tempo passato insieme, prima delle riprese, è stato cruciale per costruire la fiducia necessaria per affrontare le scene più intime”, ha rivelato.
L’attrice ha evidenziato anche l’importanza delle prove con la regista, che hanno permesso di entrare nei personaggi in modo più profondo. “Non avevamo molto tempo per girare il film, quindi questa preparazione è stata essenziale per riuscire a trasmettere sullo schermo l’intensità e la complessità delle emozioni tra i nostri personaggi”.
La Kindman continua a dimostrare il suo impegno nel portare sul grande schermo storie significative e complesse. Con “Babygirl”, l’attrice si conferma ancora una volta come una delle interpreti più audaci e talentuose del cinema contemporaneo. La sua performance al Festival di Venezia non solo ha affascinato il pubblico, ma ha anche sollevato riflessioni importanti sui temi del desiderio, del potere e dell’emancipazione femminile.