Puntare su fiducia e integrazione del digitale per rafforzare la legittimità delle istituzioni democratiche
Il recente rilascio dei dati Ocse sulla fiducia dei cittadini nelle istituzioni ha acceso un dibattito cruciale: solo il 39% ritiene che i governi sappiano bilanciare gli interessi presenti con quelli delle generazioni future. Un risultato che evidenzia la necessità di rafforzare il contratto sociale attraverso una governance capace di integrare digitale e democrazia.
Tra i fattori che influenzano la fiducia spicca la gestione dei dati personali nei servizi pubblici. La digitalizzazione ha ampliato le opportunità, ma anche il divario nell’accesso e nell’uso delle tecnologie, come mostrato dall’indice DESI. In questo contesto, l’ultimo Forum Ocse di Milano ha posto la fiducia al centro delle strategie per riconnettere i cittadini alle istituzioni, promuovendo una governance data-driven che rafforzi il civic engagement.
La nuova Commissione Europea (2024-2029) adotta un approccio innovativo, ponendo la “democrazia” al centro di due portafogli chiave: “Sovranità tecnologica, sicurezza, democrazia” e “Democrazia, giustizia, rule of law”. Questo segna il superamento della separazione tra tecnologia e legittimità istituzionale, sottolineando l’interdipendenza tra qualità tecnologica, democrazia e uguaglianza di accesso ai diritti.
Secondo l’Ocse e la Commissione, il rilancio della fiducia passa dalla capacità delle istituzioni di trasformare i dati in strumenti di partecipazione e inclusione. Monitorare le barriere socio-economiche e promuovere politiche evidence-based diventa essenziale per garantire pari opportunità e libertà. Solo così la società digitale potrà rispettare lo Stato di diritto e includere cittadini e imprese come protagonisti della trasformazione.