"Picasso, una vita da straniero" offre una nuova visione dell'artista, come individuo segnato dallo status di "straniero" per tutta la vita
Cohen-Solal analizza il percorso migratorio di Picasso, dal suo arrivo a Parigi nel 1900 fino alla morte nel 1973, evidenziando come il contesto politico, sociale e legislativo della Francia abbia influenzato profondamente la sua vita e carriera. Il pittore spagnolo non riuscì mai ad ottenere la cittadinanza francese e questo status di “étranger” lo rese un osservatore esterno, costantemente soggetto a controlli e limitazioni legali, soprattutto durante la guerra e l’occupazione nazista.
L’autrice mette in luce il paradosso di essere un artista celeberrimo e allo stesso tempo un individuo costretto a navigare una società che lo trattava come un outsider. Il libro non si concentra solo sulle sue opere d’arte, ma approfondisce le vicende umane e burocratiche che lo resero un “eterno straniero”.
Questa condizione ha influenzato la produzione artistica di Picasso, spingendolo a esprimere, attraverso i suoi dipinti, sculture e opere grafiche, un senso di appartenenza frammentata e di costante ricerca di riconoscimento.
Il saggio si distingue per l’ampio uso di documenti inediti e d’archivio, che danno voce a un Picasso meno conosciuto, spesso intrappolato tra le sue origini spagnole e il desiderio di essere accettato nella società francese.
Una rilettura della vita e del percorso dell’artista, che lo ritrae non solo come innovatore delle arti visive, ma anche come una figura simbolica delle difficoltà e dei conflitti che derivano dal sentirsi un estraneo, un “étranger”, persino nel Paese che ha accolto e celebrato la sua genialità.
Picasso, arrivato a Parigi nel 1901, non conosceva i codici di comportamento della città, non parlava francese. Solo la comunità catalana di Montmartre gli permise di avere accesso alla capitale francese, sulla base del ben noto principio della migrazione a catena.
L’autrice esplora l’identità complessa di Picasso, un genio artistico che ha vissuto gran parte della sua esistenza sentendosi emarginato, nonostante la fama globale.