La crisi del Mar Rosso e le nuove rotte favoriscono i porti del Nord Africa e della Spagna, mentre i porti italiani registrano un calo del 3,2%

La redistribuzione delle rotte marittime nel Mediterraneo favorisce sempre più i porti del Nord Africa e della Spagna, come Tangeri e Algeciras, a scapito di quelli italiani. La crisi nel Mar Rosso ha ridotto del 50% i passaggi nel Canale di Suez, dirottando i traffici verso scali come Tangeri, che ha visto una crescita del 26%, e i porti spagnoli, con un incremento del 12,1%. I porti italiani, già indeboliti da un commercio internazionale incerto, hanno subito un calo del 3,2% nel primo trimestre del 2024, secondo i dati di Fedespedi.

Il “Container Port Performance Index” (CPPI) 2023, stilato da Banca Mondiale e S&P Global, colloca Tangeri al vertice dei porti del Nord Africa e al quarto posto mondiale, grazie alla sua posizione strategica vicino a Gibilterra. Seguito da Algeciras e Port Said, Tangeri si distingue per efficienza e incentivi fiscali, diventando un nodo essenziale per le merci che transitano tra Europa e Asia.

In questo scenario, l’Italia appare in difficoltà: Savona Vado Ligure, il porto italiano con le migliori performance, si trova solo al quinto posto nella regione Europa-Nord Africa e al 36° nel ranking globale. Altri porti italiani, come Gioia Tauro e Ravenna, sono posizionati oltre il 180° posto, indicando la difficoltà del sistema portuale italiano nel competere con gli scali esteri.

La crisi del Mar Rosso ha anche causato un aumento dei costi di trasporto, con i prezzi dei noli cresciuti del 44% rispetto al 2023. Questo rincaro colpisce ulteriormente i porti italiani, già gravati da un debole incremento delle esportazioni (+0,6%) e da un calo delle importazioni (-10,4%) nei primi mesi del 2024. Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi, ha sottolineato la necessità di investire per rendere i porti italiani più competitivi e recuperare quote di traffico perse, in un Mediterraneo che si conferma sempre più centrale per il commercio globale.