La produzione industriale italiana cala dello 0,4% a settembre e del 3,4% nei primi nove mesi dell’anno

A settembre 2024, la produzione industriale italiana registra un calo dello 0,4% rispetto ad agosto e una riduzione annua del 4%, segnando il ventesimo calo tendenziale consecutivo. Nei primi nove mesi dell’anno, il bilancio è in rosso del 3,4%, con settori come i mezzi di trasporto (-15,4%) e il tessile-abbigliamento tra i più penalizzati. Quest’ultimo ha perso circa l’11% della produzione dall’inizio dell’anno, rallentato dalla contrazione della domanda.

I dati del terzo trimestre, riflessi nelle stime Istat sul PIL, indicano una crescita zero per l’economia italiana, sostenuta solo dal settore dei servizi. Intesa Sanpaolo e Prometeia stimano per l’industria un calo di fatturato di circa 20 miliardi di euro nel 2024, con una riduzione dell’1,7% nei ricavi.

Il rallentamento è dovuto sia alla stagnazione della domanda interna che al calo dell’export (-0,6% nei primi otto mesi del 2024). In particolare, l’export verso la Germania, principale mercato per l’Italia, è sceso di quasi 3 miliardi rispetto al 2023, colpendo i settori delle costruzioni e dell’auto. Quest’ultima ha subito cali a doppia cifra sin dall’inizio dell’anno, con picchi di -36% a giugno e -42% ad agosto.

Secondo Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,4% rispetto ad agosto. L’energia (-3,8%) e i beni di consumo (-2,5%) sono in calo, mentre beni intermedi (+1,9%) e strumentali (+1,8%) registrano incrementi. Rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, tutti i comparti segnano flessioni, con i beni strumentali in calo del 5,1%, i beni intermedi del 4% e i beni di consumo del 3,5%.

Alcuni comparti mostrano segni positivi: la fabbricazione di apparecchiature elettriche cresce del 5,9%, seguita da computer ed elettronica (+1,9%). Tuttavia, le maggiori flessioni si osservano nei mezzi di trasporto (-15,4%) e nel tessile e abbigliamento (-10,7%), colpiti dalla riduzione della domanda interna e dalle difficoltà dell’export, in particolare verso i mercati europei.