Siamo ancora all’inseguimento dei players europei, ma possiamo contare su solidi incubatori universitari e esempi di eccellenza che trascinando il comparto

Dodici anni dopo il Decreto Crescita 2.0, che nel 2012 introdusse per la prima volta nell’ordinamento italiano il concetto di startup innovativa, l’ecosistema delle startup nazionali sta vivendo una fase di profonda trasformazione. Con oltre 14.000 startup innovative registrate e investimenti in venture capital che nel 2023 hanno toccato 1,8 miliardi di euro, l’Italia si sta ritagliando il proprio spazio nel panorama dell’innovazione europea.

La geografia dell’innovazione italiana vede la Lombardia in testa, con il 27% delle startup, seguita da Lazio (12%) e Campania (9%). Milano si conferma capitale tech, catalizzando talenti e investimenti. Il settore digitale domina la scena, rappresentando il 45% delle startup, con Satispay e Scalapay che brillano come primi unicorni nazionali, superando il miliardo di valutazione.

Il biotech italiano mostra una crescita impressionante (+127% di investimenti nel triennio 2021-2023), testimoniata dal successo di Enthera Pharmaceuticals con il suo round da 35 milioni. Nel green tech, Energy Dome ha raccolto 65 milioni per rivoluzionare lo stoccaggio energetico, mentre Treedom ha piantato oltre 3 milioni di alberi attraverso la sua piattaforma innovativa.

Nel confronto europeo, l’Italia insegue ancora i giganti continentali: gli investimenti UK (21,2 miliardi), Francia (13,5) e Germania (11,7) restano distanti. Tuttavia, i punti di forza non mancano: costo del lavoro competitivo, eccellenza nella ricerca universitaria e leadership nel manufacturing tech.

L’ecosistema, che oggi impiega oltre 80.000 persone con una crescita annua del 24%, sta maturando rapidamente. L’età media dei fondatori è 32 anni, mentre le startup con founder donne rappresentano il 13,5%. La presenza di investitori internazionali nei round di finanziamento (31%) testimonia un interesse crescente per l’innovazione italiana.

Le sfide rimangono: il rapporto Venture Capital/PIL è allo 0,08% contro una media UE dello 0,76%, e la dimensione media dei round (1,2M€) è un terzo di quella europea. Ma il trend è positivo, con una crescita del 34% negli investimenti early-stage e un aumento del 56% delle exit internazionali. L’Italia dell’innovazione sta accelerando, costruendo sul proprio DNA fatto di creatività, ricerca e capacità manifatturiera, per competere nel panorama tecnologico globale.