In Kenya l'obiettivo è coinvolgere 700mila ettari di terre abbandonate entro il 2027

Una transizione energetica sostenibile deve includere aspetti economici e sociali, portando benefici per comunità locali, investitori, aziende e governi. Così Luigi Ciarrocchi, direttore Ccus, Forestry & Agro-feedstock di Eni, al Forum Africa Green Growth di Ecomondo. Per Eni, la “giusta transizione” non è solo innovazione, ma un impegno inclusivo che garantisce che nessuno resti indietro.

L’esempio concreto di questo approccio è l’iniziativa Agro-feedstock in Kenya, dove Eni sviluppa biocarburanti da materie prime agricole. Con due impianti di lavorazione, sono oltre 100mila gli agricoltori coinvolti in 16 contee: coltivano ricino su terreni degradati, segnalati dal ministero dell’Agricoltura del Kenya, e colture in rotazione come cartamo e crambe per contribuire alla produzione di biocarburanti.

Eni collabora anche con organizzazioni internazionali come l’International Finance Corporation, il Fondo per il clima italiano, Cdp e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) per massimizzare l’impatto positivo del progetto.

“Supportiamo gli agricoltori con sementi di qualità, fertilizzanti e accesso al mercato, oltre a formazione e supporto tecnico,” spiega Ciarrocchi. “Questo modello genera benefici economici locali, creando fonti di reddito stabili e promuovendo la diversificazione in aree a bassa redditività agricola.”

Per garantire sostenibilità e continuità, Eni ha sviluppato un modello di integrazione verticale basato su coltivazioni in rotazione e terreni degradati, in linea con la Direttiva RED dell’UE. Gli agricoltori producono olio vegetale che viene lavorato in impianti Eni o di terzi, recuperando i sottoprodotti per ridurre sprechi.

Entro il 2027, Eni prevede di coinvolgere oltre 700mila agricoltori in Africa, rigenerando un milione di ettari di terreni abbandonati. Questo progetto, avviato anche in Costa d’Avorio, Mozambico, Angola, Italia, Kazakistan e Vietnam, contribuisce alla sicurezza alimentare e al reddito delle comunità rurali.