Dal 1999, la temperatura del Mediterraneo è aumentata di oltre 1°C. Monitoraggio lungo la rotta Genova-Palermo

Il 20 settembre 1999, un team di ENEA e CNR lanciò la prima sonda per misurare la temperatura delle acque lungo la rotta Genova-Palermo. Dopo 100 campagne, i dati rivelano che la temperatura superficiale media del Mediterraneo è aumentata di oltre 1°C in 25 anni, mentre dal 2013 il riscaldamento raggiunge gli strati profondi del Tirreno meridionale fino agli 800 metri. Questo fenomeno è stato documentato dal progetto MACMAP, presentato in occasione dei 25 anni di monitoraggio, in collaborazione con GNV, compagnia di traghetti del Gruppo MSC.

Basata su oltre 3mila lanci di sonde, la “fotografia termica” del Mediterraneo mostra che gli strati profondi (100-450 metri) hanno subito incrementi tra +0,4 e +0,6°C, e quelli tra 450 e 800 metri di +0,3 – +0,5°C. Tra il 2013 e il 2016, il riscaldamento ha superato i 0,4°C, seguito da un periodo stabile e una nuova crescita dal 2021 fino al massimo registrato nel 2023. Per causare l’aumento di temperatura osservato tra 2015 e 2023, sarebbe necessaria una quantità di energia pari a decine di volte il consumo elettrico annuo dell’Italia.

“Questa serie di dati è cruciale per studiare il cambiamento climatico”, affermano i ricercatori ENEA, tra cui Franco Reseghetti, che ha condotto le campagne fino al recente congedo. Simona Simoncelli, dell’INGV, prevede un possibile ulteriore aumento futuro delle temperature, verificabile con nuove misurazioni, come la centesima campagna prevista a dicembre.

La collaborazione con GNV, spiega Ivana Melillo, Head of Energy Efficiency, fa parte della strategia sostenibile della compagnia, che punta a estendere il progetto ad altre rotte mediterranee per ottimizzare la gestione delle navi. Dopo la fine del programma europeo MFSPP nel 2006, il progetto MACMAP ha supportato dal 2021 il monitoraggio con 4 campagne annuali per studiare la variabilità stagionale lungo la tratta Genova-Palermo, coperta in 20 ore a una velocità di circa 22 nodi, con lanci di sonde ogni 30 minuti fino a 850 metri di profondità.