Economia della Conoscenza

Cinema: Laggiù qualcuno li ama

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di Sara Sagrati

Il Festival di Berlino è in corso e la stagione dei premi si fa sempre più torrida in attesa degli Oscar del prossimo 13 marzo. Appassionati e cinefili recuperano titoli e fanno pronostici. Difficile lanciarsi nel toto Orso d’oro, visto che nessuno dei film in concorso alla Berlinale è visibile da noi, ma dal 23 febbraio arriverà nelle sale Laggiù qualcuno mi ama, documentario di Mario Martone dedicato a Massimo Troisi e presentato nella sezione Berlinale Special.

Potremmo definirlo l’Ennio di questa stagione, con un autore di grande prestigio (per Morricone era Giuseppe Tornatore) che ripercorre la carriera di un personaggio amato e mai dimenticato. Laddove altri si sarebbero accontentati di esaltarne la verve comica, Martone ha scelto di concentrarsi sulla “regia piena di vita” dell’autore napoletano che il 19 febbraio avrebbe compiuto 70 anni. D’altronde anniversari, ricorrenze e soprattutto premi continuano a essere forti incentivi a vedere o recuperare film in sala.

Argentina, 1985 di Santiago Mitre
Argentina, 1985 di Santiago Mitre

Lo sa bene Lucky Red che questa settimana porta sul grande schermo Argentina, 1985 di Santiago Mitre, già disponibile su Prime Video che lo ha coprodotto. Il film già vincitore del Golden Globe come miglior film straniero parte infatti favorito agli Oscar per la stessa categoria.

Non il migliore in lizza, dove inspiegabilmente manca il bellissimo Decision to Leave di Park Chan-wook (vedi il n° 22), ma il più quotato.

Si tratta dell’appassionante storia del processo che perseguì i crimini della dittatura militare che oppresse l’Argentina dal 1976 al 1983. Una fiction ben fatta, dal ritmo incalzante e con bei personaggi, consigliata a chi è interessato a storie sui retroscena della magistratura.

The Whale di Darren Aronofsky con un grande Brendan Fraser.
The Whale di Darren Aronofsky con un grande Brendan Fraser

Parlando di Oscar però, il film da vedere della settimana è The Whale di Darren Aronofsky, in cui l’ex star Brendan Fraser, da tempo lontano dalle scene, torna nel ruolo di un uomo obeso, solitario e ferito nel profondo.

Il cinema di Aronofsky (The Wrestler, Il cigno nero) non va mai per il sottile e qui urla la sua voglia di commuovere, ma grazie alla toccante interpretazione di Fraser si fa ascoltare anche dai cuori più aridi.

A Venezia il premio per miglior attore lo vinse Colin Farrell per Gli spiriti dell’Isola: cosa succederà agli Oscar?