Economia della Conoscenza

Finiti i soldi, finiti i programmi, la tv italiana è già in vacanza

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di Massimo Galanto – Tv Blog

Chiusa per ferie. Recita così il cartello appeso fuori dalla televisione italiana, che anche per questa estate – in attesa di annunciare pubblicamente i nuovi palinsesti autunnali – ha scelto la via più facile e più economica: rinunciare a nuove produzioni, riempiendo la programmazione con contenuti che oggi fa più figo definire teche e che in realtà sono le vecchie e care repliche.

Una situazione che accomuna tutta la televisione generalista, con rarissime eccezioni. Il daytime offre qualche sprazzo di diretta, soprattutto nei giorni feriali, ma in termini di idee e di format siamo ancora fermi alla tv di 15 anni fa, con contenitori di parole animati da personaggi che appartengono al solito giro, chiamati a disquisire di temi più leggeri che interessanti.

L’aspetto più mesto della faccenda è che la Rai – la principale azienda culturale del Paese – già da settimane, quindi ben prima dell’inizio ufficiale dell’estate, propone in slot orari chiave come la prima serata repliche su repliche, abbondando soprattutto nel genere della fiction, da Imma Tataranni – Sostituto Procuratore a La Sposa, da Blanca allo spremutissimo Commissario Montalbano.

Va peggio dalle parti di Mediaset, dove soltanto la messa in onda degli eventi musicali (LoveMi, Battiti Live, ecc.) tiene sveglio il pubblico a casa, ormai orfano di quasi tutte le produzioni originali che hanno tirato giù la saracinesca, da Le Iene a Uomini e donne, da Amici a Forum, da Pomeriggio Cinque a L’Isola dei famosi.

Un genere, questo degli show canterini in piazza, che negli ultimi anni è rinato, dopo il periodo d’oro del Festivalbar: minimo sforzo (registrazioni in pochi giorni), massima resa (ascolti discreti, main sponsor che finanzia il grosso). Per non dire di La7, dove resistono solo le versioni estive di alcuni talk del daytime o dell’access (la fascia che segue il telegiornale serale), ma che ha praticamente abdicato per quanto concerne la prima serata dando direttamente appuntamento a settembre.

C’è qualche eccezione, dicevamo. Per esempio Temptation Island, che – registrato nelle scorse settimane in Sardegna – tiene accesa una serata di Canale 5 con storie di corna e scene destinate a fare numeroni sui social. O Reazione a catena che su Rai1 batte puntualmente e facilmente Caduta libera, le cui puntate inedite sono state curiosamente conservate per l’estate dopo che nel periodo di garanzia sono state trasmesse repliche di Avanti un altro (che comunque ha sempre perso contro L’Eredità).

Qualche alternativa arriva dalle piattaforme di streaming; da Netflix a Prime Video, i cataloghi restano zeppi di serie tv e film, che consentono ai telespettatori di trascorrere ore a scegliere i contenuti (e poi, se avanza tempo, a vederli). Al netto di facili passatismi, l’estate non è più la stagione delle sperimentazioni di nuovi titoli (letteralmente assenti dai palinsesti di quest’anno), bensì è quella che conferma una verità ormai palese per tutti: i soldi sono finiti e le uniche produzioni sostenibili per la tv generalista, eccezion fatta per i brand content, sono talk show sbrodolatissimi ed eventi prodotti esternamente.