Economia della Conoscenza

Il superpotere del grande schermo, unire genitori e figli

Scritto il

di Sara Sagrati 

Guardare un film è un’attività d’evasione che, ancor più della letteratura o del teatro, ci catapulta in un mondo per farcelo “vivere” dal di dentro. Senza accorgercene incameriamo esperienze e conoscenze che diventeranno parte del nostro bagaglio culturale. Prendiamo ad esempio l’atteso blockbuster Super Mario Bros. – Il film (Universal). Una divertente animazione per tutta la famiglia tratta da uno dei più famosi personaggi dei videogame, che dal 1981 ha divertito più di tre generazioni. Evasione certo, ma anche condivisione di esperienze (adorate dai reparti marketing) e avvicinamenti umani tra genitori e figli, gruppi di amici e nuovi piccoli fan. Un buon film ha sempre quel super potere esperienziale, rendendo un’attività d’evasione qualcosa di più.

Leila i suoi fratellidi Saeed Roustaee.
Leila i suoi fratelli di Saeed Roustaee.

Dal 6 aprile arriva in sala AIR – La storia del grande salto di Ben Affleck (Warner Bros), sorta di biopic di un prodotto di largo consumo, ovvero come è nato il brand Air Jordan di Nike. Un case history aziendale di successo che ha cambiato il mondo dello sport e non solo, raccontato come avvincente vicenda di riscatto professionale e umano. Al di là dell’evidente product placement e del richiamo prodotto dalla superstar Michael Jordan (anche se non appare mai), il film regala un paio d’ore di buona evasione, ma facendoci vivere in prima persona i retroscena di un’innovazione recente, diventata consuetudine. Altro che formazione aziendale!

Film come AIR, The Founder (sulla nascita di McDonald’s) e Tetris (come Nintendo ebbe i diritti del gioco nato in URSS, su Apple+) dovrebbero essere obbligatori per ogni manager. Allo stesso modo, chiunque voglia approfondire la storia recente, dovrebbe seguire il cinema d’autore internazionale. Quello iraniano, per esempio, in grado di andare oltre gli stereotipi occidentali sullo stile di vita dei paesi mediorientali.

Frame da L’appuntamento, della macedone Teona Strugar Mitevska.
Frame da L’appuntamento, della macedone Teona Strugar Mitevska.

In Leila e i suoi fratelli di Saeed Roustaee (I Wonder), sorpresa dell’ultimo Festival di Cannes, si vivono le vicissitudini di una donna determinata ad aprire una sua impresa. Uno di quei film che cresce dopo la visione e a cui si continua a ripensare.

O il cinema dei Balcani, come in L’appuntamento della macedone Teona Strugar Mitevska (Teodora) che ci porta all’interno di uno speed date senza regalarci una storia d’amore ma una cruda e realistica fotografia della società bosniaca del dopo guerra. Nessun corso sarà mai così efficace.