Economia della Conoscenza

Impresa Cinema in ripresa

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di Sara Sagrati

L’impresa cinema si sta riprendendo? La convalescenza post Covid è stata lunga e travagliata per esercenti e distributori che dopo le chiusure, ora stanno fronteggiando un cambiamento nelle abitudini del pubblico, tra piattaforme e nuovi “modi” di intrattenimento. I segnali di una ripresa si stanno facendo sentire, come l’aumento del numero di film in sala.

Giovedì 27 ottobre i nuovi titoli al cinema sono ben 15, di cui addirittura nove italiani. Sembrerebbe una buona notizia, ma un sovraffollamento rende complicato trovare un proprio “posto al sole”, specie quando ci si mette in concorrenza: due sono documentari, quattro film indipendenti, due d’autore e un cinecomic.

Forse il comparto meriterebbe una migliore pianificazione e magari, perché no, un’alleanza con le “nemiche” piattaforme per trovare collocazioni più fruttuose.

Dampyr

Ma facciamo un passo indietro: un cinecomic italiano? È Dampyr, tratto dal fumetto cult di Bonelli sul mezzo umano e mezzo vampiro, primo franchise italiano in lingua inglese, pronto dal 2019 e tenuto in stand by per tempi migliori. La Sergio Bonelli Editore, tra le più importanti case editrici di fumetti al mondo, lancia così il suo progetto cinematografico in stile Marvel.

Il 28 ottobre, in contemporanea con l’anteprima mondiale a Lucca Comics & Games, Dampyr diventerà il primo cinecomic del Bonelli Cinematic Universe, a cui seguiranno una serie su Dylan Dog e molti altri progetti. Un piano che coinvolge professionisti e partner internazionali e che, in caso di successo, potrebbe far nascere una nuova fabbrica dei sogni made in Italy (e posti di lavoro).

Tringle of Saddness

E se Dampyr ci racconta del mezzo vampiro Harlan e di come imparerà a usare i suoi poteri, in sala arriva anche Tringle of Saddness, seconda Palma d’Oro per il regista svedese Ruben Östlund (The Square) che mette in scena la vita di bellissimi succhiasangue (quasi) reali. Un film sadicamente divertente, certamente compiaciuto, inesorabilmente lungo sulla non più possibile “lotta di classe” tra cafonal superricchi, influencer e lavoratori, tutti “travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto e del web”. E ogni vampirizzazione del cult di Lina Wertmüller non è affatto casuale, nella speranza che il cinema italiano possa tornare a fare scuola.