Economia della Conoscenza

La buona musica? È No Gender

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di Beppe Ceccato

No Gender sono due parole che appartengono al lessico comune. Se applicate alla musica acquistano un alto significato: «La musica non ha confini e, dunque, non la si può incanalare in generi. È una forma d’espressione universale, libera».

Danilo Di Paolonicola ne è convinto. Bimbo prodigio alla fisarmonica diatonica, laureato al conservatorio di Pescara, ora docente al conservatorio de L’Aquila ha appena pubblicato il suo nuovo lavoro No Gender II (via Interamnia World Music) che arriva dopo il primo “capitolo” uscito nel 2017.

«Quello era un disco per fisarmonicisti, piuttosto ostico al grande pubblico, Questo è esattamente il contrario», racconta. Otto brani dove il filo conduttore sono i passi di danza, a testimoniare che le due arti si compenetrano e legano indissolubilmente, nonostante l’ascolto “classico” abbia obbligato a una cesura tra palco e pubblico, dove la musica popolare dei vari Paesi si fonde con il jazz (musica popolare per eccellenza).

«Quando compongo non mi metto paletti. Scrivo quello che viene e poi dò colore e ritmo». Ecco, dunque, che una cellula ritmica della pizzica o del tango (Boleo), o del Walzer o anche di una ballata country esplodono in mille note surfando sul pentagramma con estrema eleganza. Il primo brano, la Pizzica delle Fontanelle (è un quartiere popolare di Pescara dove vivono molti Rom), racconta la “fuitina” d’amore di due giovani.

«Le voci narranti, inclusa la disperazione della madre alla notizia della scappatella, è stata registrata in presa diretta da una famiglia Rom che si è prestata alla mia richiesta, bravissimi attori», continua l’artista. Parte con un incedere beethoveniano per finire in una pizzica scatenata. Payduska, invece, è un ritmo bulgaro chiamato Horo, «una danza che inizia in 7/8 per poi passare agli 11/16». In realtà, ammette Danilo, «ballarla è piuttosto complicato, visti gli improvvisi cambi di tempo».

Seven Steps, invece è un Sirtaki in 7/8, mentre Applejacker è un bluegrass nato tra i monti Appalachi, mix di sonorità irlandesi, scozzesi e inglesi. In quest’avventura ricca di suoni hanno lavorato ben 21 musicisti a partire da Flavio Boltro, grande trombettista. C’è anche Lino Patruno con un bell’assolo di banjo. Chi vuole ascoltare Danilo dal vivo si segni questa data: 14 settembre a Castelfidardo per il Festival della Fisarmonica, nella versione Ethnic Project, il suo collaudato e fantastico quartetto.