Economia della Conoscenza

La difficile arte della rigenerazione urbana

Scritto il

di Beppe Ceccato

La casa. Ne abbiamo trattato ampiamente in questo numero. La nostra inchiesta d’apertura, il disco della settimana dell’ottimo Andrea Cassese. Manca un tassello, e cioè chi la casa la pensa, crea, progetta e realizza. A Milano, in centro storico, il lastrico solare di un edificio adibito ad autorimessa è diventato la sede di Acme, uno studio di architettura che si occupa di rigenerazione urbana, in tutte le sue fasi di realizzazione.

In questa struttura di vetro e acciaio con delle “zampe” ancorate alle fondamenta dello stabile che la fanno sembrare un gigantesco ragno, i quattro soci, Lorenzo Drago, Ippolita Maria Pensa, Roberto Perissinotto e Mauro Zanaboni con i loro collaboratori, in tutto una trentina di persone, elaborano il loro personale stile dell’abitare.

Possiamo definire la sede di Acme il vostro biglietto da visita?

Roberto Perissinotto: è proprio così. È la nostra idea di abitare. La struttura è luminosa, 220 metri quadrati dove si aprono gli uffici e anche una cucina completa, circondata da 800 metri di spazi aperti. Il rapporto interno-esterno per noi è essenziale. Molti clienti quando la vedono chiedono una ristrutturazione con le stesse caratteristiche. Una volta ci hanno addirittura proposto di acquistare direttamente l’ufficio!

Vi occupate di rigenerazione urbana in una città che ha infinite potenzialità, bellesercizio di creatività…

Sì, anche se la parte creativa oggi è quella minore, purtroppo. Noi quattro soci ormai non disegniamo più, facciamo il concept che poi viene sviluppato dai nostri collaboratori. Un architetto deve controllare l’intero processo produttivo di un lavoro. La figura affascinante del professionista che sceglie le piastrelle in tono con l’ambiente è soltanto un’idea romantica del mestiere. Che nella realtà è tutt’altra cosa.

Quindi voi come studio in quale modo vi muovete ?

Ippolita Maria Pensa: seguendo tre direttrici, comunicazione, controllo e conoscenza. La prima a tutti i livelli, con le manovalanze, con la committenza con gli organi pubblici. La seconda essenziale per vigilare su tutto il processo produttivo. La conoscenza è fondamentale perché la nostra è una professione in cui non puoi millantare. Devi saper capire come muoverti, potremo andare avanti giornate intere a parlare di quanto sia importante. La conoscenza la acquisisci in anni di lavoro. Noi siamo da trent’anni in attività, quindi riusciamo a muoverci facilmente.

Lidea dellarchitetto nei tanti reality televisivi è, dunque, un sogno…

Esatto, bisognerebbe farne un altro, magari titolandolo vita in cantiere…

Il problema di una ristrutturazione è che spesso non si hanno tempi certi di consegna. Ci sono tanti attori coinvolti, progettista, impresa edilizia, fornitori.

RP: per questo Acme si occupa non solo di architettura ma anche di design, progettazione, direzione lavori, sicurezza in cantiere, progettazione autorizzativa. Abbiamo creato due nostre società, Acme Interiors e F205, la prima è un general contractor la seconda una Real Estate, investimenti e realizzazioni. In questo modo riusciamo ad avere sotto controllo e gestire tutto il processo realizzativo, e non è cosa da poco. Un’unica interfaccia per il committente.

Dando tempi certi ai clienti. Una ristrutturazione di una casa-appartamento tipo (tre, quattro locali) quanto tempo vi occupa?

IMP: In base all’esperienza, quattro, cinque mesi. Gli interventi migliori che facciamo sono quelli nei quali il cliente sposa il progetto e ci dice: “ci vediamo tra cinque mesi”.

Cosa significa Acme?

Lo si può interpretare come A Company Making Everything, visto quello che facciamo ci sta. Però lo abbiamo scelto dalle disavventure di Willy il Coyote con Beep Beep. Acme è la compagnia che fornisce a Willy gli strumenti necessari per sconfiggere il Roadrunner. Come vedi, ci rimane uno spirito giocoso…