Economia della Conoscenza

Rai: l’addio di Fuortes innesca il totonomi per i nuovi palinsesti

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di Massimo Galanto – Tv Blog

Fuori i partiti dalla Rai. E chi ci crede più? Ancora una volta l’insediamento a Palazzo Chigi di un nuovo Governo coincide con il cambio dei vertici a Viale Mazzini. Alla faccia delle promesse urlate in campagna elettorale. L’elemento più desolante è che questa situazione, che sembra quasi non fare più notizia, coinvolge tutti i partiti politici, nessuno escluso.

La settimana si è aperta con l’annuncio delle dimissioni dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes. Comunicando il suo addio alla tv pubblica con un anno di anticipo rispetto al termine del suo mandato – iniziato con Draghi Premier -, l’esperto dirigente ha attaccato:

Non posso accettare il compromesso di condividere cambiamenti – sebbene ovviamente legittimi – di linea editoriale e una programmazione che non considero nell’interesse della Rai. Ho sempre ritenuto la libertà delle scelte e dell’operato di un amministratore un elemento imprescindibile dell’etica di un’azienda pubblica.

La Rai, il cui azionista di maggioranza è il ministero dell’Economia, si ritrova dunque alle prese con una nuova fase tutta da scrivere da zero, o quasi. Ed è proprio questo l’aspetto più clamorosamente insostenibile per l’azienda di Viale Mazzini, incapace da sempre di dare continuità, salvo rarissime eccezioni, alla governance, a tutti i livelli.

E così via alla girandola di nomine dei direttori, spostati da una struttura all’altra, nel solco della più classica spartizione politica, perché tanto un incarico vale l’altro e il criterio della competenza non è poi così prioritario.

Le ripercussioni dei continui cambiamenti in casa Rai sono direttamente visibili sui palinsesti.

Fronte volti tv, ora è il turno del meloniano Pino Insegno, destinato dalla prossima stagione a sostituire Flavio Insinna a L’eredità. Ma anche di Monica Setta, in quota Lega, candidata per prendere il posto di Serena Bortone nel pomeriggio feriale di Rai1. Alte le quotazioni dell’ex ministra Nunzia De Girolamo, mentre in uscita da Viale Mazzini si segnala Fabio Fazio (verso Nove), inviso da praticamente tutto il centrodestra; in entrata, oltre a Roberto Poletti, potrebbe esserci, a sorpresa, anche Nicola Porro, da qualche anno pilastro dell’informazione Mediaset. A rischio ci sarebbero Marco Damilano e Lucia Annunziata, che però alla fine dovrebbero resistere. Praticamente certa la conferma di Amadeus al Festival di Sanremo, nel doppio ruolo di direttore artistico e conduttore. A blindarlo il contratto già firmato da tempo. Massimo Giletti, che fino a qualche settimana fa pareva sicuro di tornare in Rai, potrebbe, invece, restare fermo un giro, dopo la sospensione di Non è l’Arena, sulle cui ragioni è calato il silenzio.

Tutto questo in attesa della nuova campagna elettorale, durante la quale riascolteremo il proposito politico di porre fine alla disturbante pratica della lottizzazione e dell’assalto del Potere politico alla più grande azienda culturale del Paese in nome del sacrosanto pluralismo informativo. E chi ci crede più?