Economia della Conoscenza

Rinasce il 3° polo televisivo, ma non è per niente terzo

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di Massimo Galanto – Tv Blog

Il terzo polo è più vivo che mai. E quindi, evidentemente, non stiamo parlando di politica, con buona pace degli ex amici Calenda e Renzi. Qui ci riferiamo alle reti televisive che rappresentano un’alternativa ai canali generalisti tradizionali. Tra queste c’è certamente Tv8, la vetrina in chiaro di Sky, dove di recente hanno trovato ospitalità nomi televisivi popolari che Rai e Mediaset sembrano aver dimenticato, dalla Gialappa’s Band a Victoria Cabello.

E poi c’è Nove, talmente popolare che ancora ci si domanda se l’articolo che lo precede sia maschile o femminile (sarebbe bello se restasse un mistero senza risposta, un po’ come il Var/la Var nel calcio, e invece la risposta è certa e definitiva: maschile).

Nell’ultimo periodo Nove è stato molto chiacchierato, in particolar modo dopo l’annuncio dell’arrivo di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, in uscita dalla Rai. Quanto pubblico (inteso come share e valori assoluti) sposteranno questi due nomi ultra popolari lo scopriremo in autunno, ma è chiaro che il milionario ingaggio di entrambi sposta da subito l’equilibrio di un canale che, insieme a Real Time, DMAX, Giallo, Food Network e altri, appartiene nientepopodimeno che a Warner Bros. Discovery, una multinazionale americana che pensa a fare affari più che a schierarsi politicamente.

A guardare la composizione del palinsesto, la collocazione “politica” dell’emittente si delinea ancor meglio, perdendo una neutralità che in teoria sarebbe d’uopo in una rete terzista: la satira è nelle saldissime mani di Maurizio Crozza, indiscutibilmente grande talento, ma che scivola talvolta in “posizioni ideologiche” specialmente nei monologhi, come notato dal decano dei critici tv Aldo Grasso; la sezione informativa vede protagonisti i giornalisti de Il Fatto Quotidiano – non esattamente filogovernativo – Peter Gomez, Marco Travaglio e Andrea Scanzi, alla guida di La confessione e Accordi e disaccordi. E ora si aggiungono Fazio e Littizzetto, da tempo invisi a praticamente tutto il centrodestra.

Trattasi, insomma, di vera e propria ridefinizione degli equilibri dell’intero sistema televisivo, con Nove che sembra riempire la casella rimasta vacante dopo che la Rai ha perso la polarizzazione a sinistra e sta virando verso Mediaset, dove la chiara identità politica di Rete 4 rimane pesantissima.

Nella vita così come in tv il tempismo è tutto, e quindi la foto pubblicata nei giorni scorsi sui social da Serena Bortone – la conduttrice di Oggi è un altro giorno non piace ai nuovi vertici Rai e sarà sicuramente sostituita su Rai1 – non è passata inosservata. Assieme alla giornalista, infatti, compare “l’amica vera” Laura Carafoli, responsabile della programmazione, della produzione e delle attività di promozione, marketing e comunicazione dei canali italiani di Discovery, cioè anche di Nove. Forse niente di più di strategia comunicativa per far sapere che la giornalista si sta guardando intorno e che quindi un suo trasloco su Nove non sarebbe poi così impensabile. D’altronde, con oltre 30 anni di carriera trascorsi nella “rossa” Rai3, quale profilo migliore?