Economia della Conoscenza

TV: il potere curativo della risata

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di Sara Sagrati 

Fin dai tempi dell’antica Grecia, la commedia viene considerata inferiore alla sua sorellona tragedia. Teatro, libri, cinema, e non fanno eccezione le serie tv, la cui storia recente è stata caratterizzata da epopee come I Soprano o Il trono di spade, che di certo non volevano farci ridere.

Eppure la narrazione televisiva è nata sotto il segno di programmi divertenti e scacciapensieri come le sitcom, luogo d’eccezione per la nascita di grandi fenomeni globali, da Lucy e io a Friends, spesso ricordate solo a margine della storia della televisione nonostante abbiano scavato un solco importante nell’immaginario collettivo.

Come la superstar Lucille Ball di Lucy e io, che negli anni 50 (anni 50!) portava settimanalmente nelle case la quotidianità di una donna alle prese tra vita domestica e professionale.

Una risata ci cambierà, come 70 anni dopo continua a dimostrare Ted Lasso, serie creata da Bill Lawrence e Jason Sudeikis, disponibile su Apple Tv+ dal 2020. Si tratta dell’assurda storia dell’allenatore di football americano Ted Lasso (Jason Sudeikis), chiamato in Inghilterra come coach della squadra di calcio della Premier League AFC Richmond.

La caratteristica di Ted, oltre a non sapere nulla di calcio, è un inguaribile e inspiegabile ottimismo. Una Pollyanna maschio alla prova con l’ambiente più cinico e competitivo che possa esistere. A leggerne solo la trama, è facile immaginare una sorta di comedy show fatto di gag sportive a base di differenze tra Usa e UK, ma Ted Lasso dribbla l’ovvio e mette in campo uno dei grandi temi della nostra contemporaneità: la capacità di ascolto.

Quasi come fosse un manuale di auto aiuto, la serie dimostra il grande potere della fiducia in sé stessi, della comprensione, del dialogo. Una serie corale che sostiene un lavoro di squadra dove a contare sono le parole, i gesti, i pensieri dei personaggi principali e di chi li circonda. Ted Lasso diventa così la serie perfetta per l’anno pandemico, seppur prodotta prima, che anche nelle stagioni successive continua a segnare grandi traguardi, conquistando numerosi premi e venendo rinnovata per una seconda, e ora terza stagione, ricominciata la scorsa settimana.

Una vera serie brillante, anche quando inserisce momenti di disperazione e amarezza, che in più riesce a scardinare ogni luogo comune della narrazione seriale, spiazzando lo spettatore che non sa mai che piega prenderanno gli eventi (come quando fa subito andare d’accordo le due bionde protagoniste, creando una delle sorellanze più adorabili della tv). Believe, crederci, come dice il motto di Ted, e la serie non solo ci crede, ma diventa credibile.

Scena tratta da Cunk on Earth con l’attrice comica Diane Morgan , su Netflix
© Scena tratta da Cunk on Earth con l’attrice comica Diane Morgan, su Netflix

E per chi crede nel potere della risata, su Netflix è apparsa un po’ in sordina un’altra serie esilarante: Cunk on Earth creata da Charlie Broker, quello di Black Mirror.

Lo show è un falso programma di divulgazione scientifica sulla storia delle conquiste dell’umanità, in cui la presentatrice Philomena Cunck (l’attrice comica Diane Morgan) intervista luminari e scienziati, ponendo domande figlie dell’analfabetismo funzionale.

L’effetto comico è oltre ogni immaginazione, pur rappresentando un altro “specchio oscuro” della nostra contemporaneità.

Frame da The Good Place, su Netflix

Sempre su Netflix, gli orfani delle sitcom potranno recuperare due tra le serie più divertenti degli ultimi anni: Brooklyn Nine-Nine ambientata in un distretto di polizia e caratterizzata da battute e situazioni folgoranti e The Good Place in cui il racconto di un assurdo aldilà burocratizzato ci fa deridere il nostro sconquassato aldiquà.