L'editoriale

Grosso guaio a Bruxelles

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Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Anzi, non dovevi alzarli più i tassi, ovviamente d’interesse? Ancora una volta ricorro alle canzoni e ancora una volta come a luglio ricorro a Battisti per provare a dare un senso a quello che sta facendo da mesi Christine Lagarde in quanto Presidente della Bce.

Già prima dell’estate quel titolo preso, è bene ricordarlo, da una critica esplicita di Fabio Panetta voleva dire che eravamo a rischio.

Una politica monetaria così, dura e pura, con cadenze di rialzo del costo del denaro ravvicinate e costanti, una politica monetaria insensibile a ogni dubbio sia politico che economico, era come «guidare a fari spenti nella notte». La citazione, anche questo è bene ricordarlo, non viene dalla sponda giornalistica, ma da quella interna, essendo stato Panetta membro del board di Francoforte con vista sul governo di Bankitalia.

Se uno guida a fari spenti nella notte, oltre al brivido del rischio magari prova anche a salvarsi la pelle e a un certo punto usa la prudenza. Invece nella riunione del 14 settembre contrariamente alle aspettative la Lagarde, per la decima volta consecutiva, ha alzato il costo del denaro, un quarto di punto, totale 4,5.

È l’indice più alto nella ventennale storia dell’euro, ottenuto oltretutto con un record di velocità.

“Sti tassi”, ha detto insomma a tutto e tutti l’austera signora radical chic, che non riuscirebbe neanche a pensare in romanesco ma che nei fatti con quella corsa nella notte sta mandando l’economia dei vari paesi allo sbando.

La recessione globale nell’eurozona è più di uno spettro ormai, il rallentamento della crescita è una realtà come sono già un’amara realtà mutui e prestiti insostenibili per famiglie e imprese. Tutte cose risapute ma tutte cose gravi se nel tempo nessuno riesce a metterci una pezza.

Ho letto tante interpretazioni in questi giorni delle scelte della Banca Centrale e del suo Presidente, storiche, psicoanalitiche, geopolitiche.

Per essere chiari con i cittadini, che intanto come in una commedia delle beffe sono alle prese con un’inflazione ancora alta e spese alimentari immorali, a questi tecnocrati di loro non frega niente. Pur di raggiungere il loro modello ideale del 2%, senza neanche prevedere quando (potremmo stare con i tassi alti per anni o addirittura subire altri aumenti), spengono artificialmente l’economia senza sensi di colpa e senza curarsi dei danni.

È un difetto della democrazia questo, quando qualcuno decide per gli altri, la maggioranza, senza alcuna penalità o confronto dirimente con l’unico potere che è tenuto per visione a governare la democrazia stessa, ovvero la Politica e le sue ramificazioni parlamentari.

Grosso guaio non a Chinatown, ma dalle parti di Bruxelles.