Le opinioni

Devastazione del territorio frutto di ingordigia di suolo e denaro

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di Luigi De Magistris – Politico e scrittore

In Emilia-Romagna assistiamo all’ulteriore, terribile tragedia dovuta a eventi spaventosi collegati ai cambiamenti climatici e alle devastazioni ambientali causate dall’uomo. Non prendiamocela con il maltempo, la natura, il destino. Nessuno più può avere la disonestà di negare i cambiamenti climatici, anzi, questi sono divenuti rapidissimi, attraversano poche generazioni, non certo secoli o millenni.

I cambiamenti climatici sono causati dall’uomo e dalle sue scelte di un presunto progresso che è diventato sempre più regresso. Che progresso è quello che mette a rischio il pianeta e le vite? Vediamo le politiche industriali dei Paesi più ricchi – e quindi cosiddetti sviluppati – che hanno provocato sempre di più in particolare l’innalzamento delle temperature per un devastante inquinamento di aria, terra e acqua.

Che sviluppo è quello che distrugge?

E da tanti anni ricercatori e scienziati hanno descritto quello che sarebbe accaduto. Ma nulla di significativo è cambiato. In particolare l’uso indiscriminato di fossile e petrolio, senza mai puntare con decisione a livello globale su fonti sostenibili e rinnovabili. Anche dopo la pandemia è ricominciato tutto peggio di prima. A questo si aggiungono le scelte politiche ed economiche che hanno condotto a cementificazioni selvagge, speculazioni urbanistiche, deforestazioni, dissesto idrogeologico, infrastrutture contro natura, opere pubbliche dannose, distruzione di flora e fauna, mobilità inquinante, guerre, inceneritori, inquinamento dei terreni e delle falde acquifere. Eppure quanta altra economia e quanti posti di lavoro si possono creare con politiche che attuano Costituzione e diritti!

A tutto questo aggiungiamo i tagli economici agli enti locali che non hanno potuto più operare spesso adeguate opere di prevenzione, poi le sforbiciate ai fondi della protezione civile, l’eliminazione del corpo forestale dello stato. E continuano a eliminare norme a difesa dell’ambiente e della salute e della vita. Per non parlare dello storno di fondi del Pnrr destinati alla cura del territorio e alla transizione ecologica per indirizzarli verso opere non di interesse strategico e, da ultimo, addirittura per produrre armi. Una vergogna senza fine. Se si vanno a vedere poi le scelte politiche realizzate nei luoghi in cui si verificano queste tragedie si può evidenziare come siano in linea con politiche ambientali inquinanti, piani urbanistici e territoriali fatti di cemento e non di blocco del consumo del suolo, mortificazione dei beni comuni, svendita e privatizzazioni speculative, sempre con la prevalenza assoluta della logica del profitto e non invece del pieno sviluppo della persona umana come delineato in Costituzione.

Principali protagonisti della distruzione dei nostri territori sono le ecomafie e le condotte di una classe dirigente indegna che padroneggia con il controllo del denaro pubblico divenendo anche borghesia mafiosa totalmente mimetizzata a ogni livello. E quando qualcuno, in un qualsiasi ruolo, si mette contro il sistema e punta a invertire la rotta per difendere e attuare la Costituzione, in cui c’è la salvaguardia della vita, della natura, del paesaggio, del territorio, dei diritti fondamentali, il sistema reagisce con violenza istituzionale perché non accetta che la logica dell’utile prevalga sul profitto e che il bene comune predomini sulle mani divoratrici che operano per interessi di pochi a danno delle moltitudini e dello stesso futuro dell’umanità.