Le opinioni

L’attacco (solito) degli hacker e la casalinga di Voghera

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di Umberto Rapetto (Generale Gdf – già comandante Nucleo Speciale Frodi Telematiche)

Domenica scorsa l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) ha lanciato l’allarme: è scattato un massiccio attacco hacker. Lunedì mattina al cospetto della Presidente del Consiglio la situazione è stata prospettata sotto controllo.

Probabilmente avere criminali informatici che scorrazzano nei nostri sistemi è normale. Ne prendiamo atto, ma qualcuno lo vada a spiegare alla casalinga di Voghera (che in realtà “smanetta” come una bestia…) cos’è successo e che motivo c’era di essere in agitazione per qualcosa che nessun telegiornale ha evitato di titolare come “Ultim’ora” nella parte inferiore dello schermo.

È bello sapere che non dobbiamo preoccuparci. Sarebbe altrettanto bello sapere perché è stato diramato un comunicato stampa dall’ACN in cui si descrivevano scenari apocalittici che nemmeno un impenitente mangiatore di peperoni a cena è capace di sognare nella comprensibilmente difficile digestione notturna.

In realtà qualcosa di spiacevole è successo. Ma era lo stesso verificatosi il giorno prima, quello prima ancora e così – a ritroso nel tempo – per i mesi precedenti, feriali e festivi inclusi.

L’allerta paventava una manifestazione acuta della vulnerabilità digitale del Paese. In realtà ci si trova dinanzi ad un malessere cronico, le cui radici affondano nella sostanziale inconsapevolezza della fragilità di server e computer che costituiscono l’architettura su cui si basa lo svolgimento regolare di ogni attività istituzionale e imprenditoriale.

Non è vero che domenica non è successo nulla. Domenica, semplicemente, non è accaduto nulla di nuovo. Sono cambiati i bersagli, ma il tiro a segno nei confronti del sistema nervoso virtuale del Paese è proseguito imperterrito.

Forse chi deve assolvere il davvero oneroso ruolo di angelo custode della sicurezza cibernetica ha provato il cosiddetto “brivido del weekend”, una sindrome che affligge chi nel fine settimana deve rintracciare i “responsabili EDP” (così si chiamavano una volta i cosiddetti manager dell’information technology) non sapendo chi sono o – pur avendone i recapiti – scoprendo che «il telefono è spento o non raggiungibile».

Chi non ha mai giocato a “guardie e ladri” in versione elettronica non sa che i briganti del web incrementano la loro aggressività nell’arco temporale che va dal venerdì pomeriggio alla notte tra domenica e lunedì. La ragione è lapalissiana. Non appena gli specialisti dell’azienda o del ministero o i loro consulenti escono dall’ufficio per godersi due giorni di relax, gli hacker premono l’immaginario pedale dell’acceleratore pronti a violare ogni regola del “codice della strada”.

Qualunque azione malvagia venga mandata a segno difficilmente verrà prontamente rilevata. Qualsiasi danno arrecato potrà essere effettivamente constatato, inventariato e “riparato” solo a partire dal lunedì e nemmeno alle prime ore del mattino…

Chi queste esperienze le ha ripetutamente fatte oltre vent’anni fa non si stupisce che nelle festività e nella loro vigilia non ci sia il presidio di quelle risorse che possono venire aggredite dal malintenzionato di turno. I più esperti, magari rafforzati da qualche anno di anzianità in più, vengono “rispettati” nella turnazione e quindi godono il diritto di passare in famiglia il fine settimana.

Le organizzazioni più fiduciose nel destino scelgono addirittura, pubbliche o private che siano, di chiudere uffici e centri elaborazione dati (pardon, “data center” che fa più figo) concedendo a tutti il meritato riposo perché «e che mai dovrà succedere». Purtroppo quel «che mai» prima o poi succede e il resto è cronaca dei nostri tempi.

Una domanda viene fin troppo spontanea. Ma non ci si può pensare prima?

L’immarcescibile impertinenza della casalinga di Voghera prende voce in ognuno di noi. La massaia – ben lontana da “bachelor”, “degree” e “master” ma armata di prezioso buon senso – si permetterebbe di suggerire l’acquisto di una piccola lavagnetta come quella che lei tiene in cucina e su cui ha annotato il numero dell’idraulico, del riparatore della caldaia, dell’elettricista e dell’amministratore di condominio.

Costerebbe poca fatica istituire un registro dei “referenti” (si chiamavano così ai tempi dell’Autorità per l’informatica nella Pubblica Amministrazione), dei gestori dei centri elaborazione dati, dei security manager, degli addetti alla “cyber”, completo dei loro recapiti e dei riferimenti dei loro sostituti e dei loro collaboratori. Invece di curare solo gli “albi d’onore” di chi siede negli augusti gruppi di lavoro (spesso senza avere alcuna competenza di quel che ne è il tema), sarebbe il caso di predisporre qualche paginetta di “numeri utili” e di farlo subito senza aspettare che ne sia urgente il bisogno.

Ahinoi, superato il climax dell’emergenza amplificata dai media, si ripiomberà nella sonnolenta condizione di apatia e nonchalance. Tranquillizzato il Governo e salvata la poltrona, che lo show continui salvo poi svegliarsi come il cinematografico suocero di Luciano De Crescenzo nel film “32 Dicembre”: aspettiamo il fatidico “Nu’ milione, anema do priatorio…” al prossimo incidente, ben sapendo che finita la frase si ripiomberà tra le braccia di Morfeo.