Le opinioni

Il boom della Cig svela la crisi della manifattura

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di Cesare Damiano – Ex ministro del Lavoro, Presidente Associazione Lavoro & Welfare

Nel mese di maggio l’utilizzo della cassa integrazione guadagni ha subito un’impennata. L’uso di questo ammortizzatore sociale, che integra il salario dei lavoratori dipendenti in diversi tipi di situazioni critiche, è accelerato bruscamente dopo molti mesi di discesa. In maggio sono state autorizzate oltre 34 milioni e mezzo di ore, ossia quasi il 41% in più rispetto ad aprile, anche se la media degli ultimi dodici mesi è di 39 milioni di ore autorizzate.

Come è possibile, dunque, che in un periodo nel quale il Paese ha mantenuto una crescita del Pil e che ha visto un robusto incremento dell’occupazione, numerose imprese si trovino in una condizione di difficoltà?

L’Italia è in una congiuntura per nulla rosea e, molto probabilmente, destinata a durare. Perché è un Paese manifatturiero, che può sì, avvantaggiarsi di periodi di forte dinamismo nell’attività del terziario, come per il turismo e la ristorazione. Ma che non può prescindere dall’industria manifatturiera. E la manifattura non va bene, né in Italia né, più in generale, nell’eurozona.

In aprile, l’Istat ha registrato il quarto mese consecutivo di calo della produzione industriale. La frenata della manifattura è del 2,1%. Ma è il confronto su base annua che certifica la gravità della situazione: perché, su questo intervallo, il pendio imboccato risulta cospicuo: -7,2%.

Perciò, un livello così alto di richiesta della cassa Integrazione certifica la difficoltà di tutti i principali comparti. Vediamo l’andamento delle diverse tipologie di cassa integrazione. La richiesta della Cig ordinaria (Cigo), l’integrazione salariale per una temporanea difficoltà dell’azienda, in maggio, aumenta del 26,91% rispetto ad aprile. La cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), erogata a lavoratori di aziende in situazione di riorganizzazione, che si attua anche con contratti di solidarietà che implicano una riduzione d’orario (e perciò anche delle retribuzioni), in maggio aumenta del 60,04%. La cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd), che garantisce un sostegno economico ai lavoratori di imprese che non possono ricorrere agli strumenti ordinari aumenta, rispetto ad aprile, del 251,21%. L’uso dei Fondi di solidarietà, strumenti finalizzati ad assicurare una tutela ai lavoratori di settori e aziende che non beneficiano di Cigo e Cigs, cresce del 45,55% rispetto ad aprile.

I settori in maggior difficoltà, nei primi cinque mesi del 2023, sono: meccanica, che richiede oltre 65 milioni di ore; chimica con oltre 14 milioni di ore; e poi, tre settori che richiedono oltre 13 milioni di ore, cioè trasporti e comunicazioni, commercio, metallurgia. Mettete insieme i settori metalmeccanico e chimico e scoprirete che il cuore dell’industria italiana è seriamente in difficoltà.

Statisticamente, da gennaio a maggio, considerando i volumi di Cassa Integrazione, è come se 211mila lavoratori non avessero lavorato, perdendo 529 milioni di euro di retribuzioni nette. Ossia, una perdita di 2.530 euro a testa. In conclusione, la prospettiva per l’economia dell’eurozona è meno ottimistica di come ci viene rappresentata e la ragione fondamentale è la difficoltà che si registra nei principali settori industriali. Situazione che si riproduce con esattezza anche in Italia. Si annunciano, perciò, tempi nuovamente difficili anche per il lavoro e, di conseguenza, per il tenore di vita delle famiglie e per i consumi.