Le opinioni

PNRR in ritardo, ne pagano lo scotto gli enti locali

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di Luigi De Magistris (Politico e scrittore)

Il denaro pubblico sta arrivando e scorrerà sempre di più. È finita la stagione terribile, che ho vissuto da sindaco di Napoli, quando non c’era un euro in cassa. Il Paese si è preparato a programmare e spendere presto e bene e non perdere questa opportunità ?

Purtroppo siamo indietro, il sud ancora di più. I governi nazionali sono lenti e macchinosi e sono più preoccupati a gestire dall’alto le scelte ed avere la governance delle operazioni. Gli enti locali che pure hanno colto la straordinaria opportunità e reagito con velocità, sicuramente maggiore rispetto ai governi, pagano lo scotto di dover gestire tutto con poche risorse umane e pochissimi mezzi. Già si dà per scontato che bisognerà chiedere una proroga all’Europa, senza però spiegare che l’Unione europea ci farà pagare tutto questo.

È grave che ben tre governi che hanno gestito il Pnrr (Conte-Draghi-Meloni) non abbiano messo in campo adeguate iniziative per garantire alle istituzioni destinatarie dei finanziamenti risorse, mezzi e norme in grado di agire per tempo e farsi trovare pronti. Come capita spesso in Italia, tanto da far venire il sospetto che più che trattarsi di inadeguatezza vi sia una precisa volontà: quando si appalesano urgenza ed emergenza si adottano poteri speciali, si arriva alla eliminazione delle regole, sino alle mani libere per non disturbare il manovratore. La chiamano semplificazione, si legge discrezionalità assoluta ai limiti dell’arbitrio. I Comuni, soprattutto quelli piccoli, sono in evidente difficoltà e si stanno già perdendo dei fondi.

È brutto che si dia spesso l’immagine di un pubblico incapace, eppure dipende anche dalla capacità di trovare soluzioni quando si presentano opportunità. Da sud posso raccontare che quando, recuperando con una lotta giuridica un avanzo libero di amministrazione per centinaia di milioni di euro, misi in campo un piano strategico per investimenti, coinvolgendo tutti i Comuni, distribuendo i soldi in maniera oggettiva a seconda del numero di abitanti, facendo scegliere ai sindaci i progetti e venendo in soccorso dei Comuni in difficoltà quando non avevano personale e prevedendo la stazione appaltante in città metropolitana. Eppure da sindaco metropolitano potevo scegliere da solo, e invece coinvolgendo i sindaci dei 91 Comuni c’è stato un grande lavoro di squadra che ha consentito di programmare, investire, spendere.

Ma accadono anche cose strane con il denaro pubblico. Un fatto grave sta avvenendo a Napoli. Già durante la campagna elettorale per le comunali, due anni fa, fu promesso da esponenti della maggioranza del governo Draghi di far arrivare tanto denaro pubblico qualora avesse vinto un determinato candidato. Soldi che spettavano alla città dopo anni che abbiamo fatto di lotte e ricorsi, ma che non erano mai giunti dolosamente perché governava un’amministrazione fuori dal sistema partitico. Andati via noi dopo il limite per legge dei due mandati, vince il candidato destinatario del patto elettorale, che aveva dichiarato che senza soldi non si sarebbe candidato, e viene siglato dal sindaco e dal presidente del Consiglio il patto per Napoli.

Viene mediaticamente venduto come norma salva-Napoli, ma in realtà la città già era in sicurezza, mentre erano denari che servivano per migliorare servizi in città. Oggi si sta scoprendo che si è trattato di un “pacco” per Napoli. Più tasse per i napoletani, servizi che non sono migliorati e la vendita di molti gioielli della città (palazzi storici, beni monumentali, spazi pubblici di pregio) e la cessione in gestione per decenni al privato di beni comuni come Castel dell’Ovo e Maschio Angioino, il tutto per fare cassa. Il patto per Napoli per derubare la città. Dalla città dei beni comuni degli ultimi anni al film Totò Truffa. Prevenire è meglio che curare. Da pubblico ministero scoprii in Calabria tra il 2003 e il 2008 che avevano depredato circa 15 miliardi di euro, da sindaco ho fatto prevenzione. Si può fare, ma bisogna agire con onestà, libertà, competenza e coraggio.