Economia della Conoscenza

Anche il vino ha le sue Pmi

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di Riccardo Lagorio

Piccolo è bello? Anzi, è buono? Non c’è una regola precisa. Tantomeno nel mondo del vino e cosa, di chi e come scrivere è sempre una scelta soggettiva. La storia delle persone e del territorio che rappresentano, la personalità del produttore, l’origine (se da uva autoctona o internazionale) e il rispetto della materia prima a prescindere dalle certificazioni sono le pietre miliari che muoveranno il nostro viaggio enoico attraverso l’Italia. Fatte queste considerazioni, il racconto si snoda attraverso una selezione naturale, escludendo i casi dove il processo produttivo dall’uva al vino assomiglia più a una manifattura industriale che artigianale. In Italia le cantine si possono suddividere in piccoli produttori (fino a 50mila bottiglie) che rappresentano il 35% del totale, produttori di medie dimensioni (da 50mila a 150mila bottiglie) in ragione del 35%, grandi produttori che sono il 20% (e mettono sul mercato da 150mila a un milione di bottiglie), un 10% di grandissimi produttori (con oltre un milione di bottiglie prodotte sino a 65 milioni). Il cuore delle aziende agricole italiane è (ancora una volta) quello delle piccole e medie imprese.

Quindi, rientra in questa perlustrazione tutto ciò che fa parte di micro-vinificazioni, approcci iper-naturali e vini talvolta sghembi nel gusto ma rustici? Niente affatto! Artigianalità, competenza, storia e lavoro devono intersecarsi con identità e bontà al di là delle mode. Una su tutte sta appiattendo, non esaltando, le 545 uve da vino registrate in Italia (la Francia ne conta 210): quella dei vini arancione e dei cosiddetti vini naturali, che creano bicchieri dalle caratteristiche molto simili tra di loro, tradendo varietà e territorio.

In queste pagine scopriremo anche vini provenienti da aree a riconosciuta vocazione enoica, come Montalcino o Barolo, perché ciò non impedisce che venga espressa la personalità e la storia di un produttore. Molto spesso, però, queste realtà sono prive di un’agenzia di marketing che contribuisce a far conoscere al pubblico, attraverso la stampa, una determinata azienda. Anche per questa ragione tante etichette non sono da punteggio e non compaiono nelle guide. Per quanto riguarda chi scrive è facile raccontare di vignaioli che sono catapultati nel mondo della comunicazione a suon di comunicati stampa e campioni omaggio; senz’altro più affascinante raccontare le storie e i vini di chi non utilizza questi sistemi e produce serenamente per il proprio cliente.

Con queste premesse ogni settimana ci impegniamo a raccontare tre realtà, con una suddivisione territoriale, nord-centro-sud, classica, forse imperfetta, ma sempre comoda. Le bottiglie narrate sono quelle che hanno risvegliato più di altre la curiosità nelle cantine incontrate e non è detto che ve ne siano altre che potranno ammaliare il lettore: sentite direttamente il produttore. Questo è il modo migliore per addentrarsi nel mondo del vino, senza intermediari.

Poche e buone

PardellerhofPart des Anges
Lo straordinario alternarsi di suoli, altitudini, esposizioni e climi fanno ricco il panorama enoico dell’Alto Adige. Marlengo guarda la conca di Merano dal clima mediterraneo. Poco distante dal centro il maso Pardellerhof, del XIII secolo, appartiene alla stessa famiglia dal 1714. Il Meranese è una delle aree dove più si concentra la produzione di Moscato Giallo, il Goldmuskateller. Subito il pensiero andrebbe a uve che generano un vino da dessert, ma l’estro di Erwin Eccli e della moglie Anita Mitterer le trasformano in uno spumante metodo classico che rimane 18 mesi sui lieviti. L’aspetto fulvo, interrotto da bollicine sottili e costanti, è la premessa all’inaspettato profumo di menta e gelsomino e a un sorso aguzzo e succoso che si attarda su lievi note amaricanti. La bottiglia si perfeziona con piatti semplici come la crema di asparagi bianchi (in stagione quelli di Terlano) o con il salmerino della Val Passiria alla griglia.
✉ Via Terzo di Mezzo 15 – Marlengo (BZ)
☎ 3391771577 pardellerhof.it

Azienda Agricola Biologica Monti CecubiCaecubum
Del vino cecubo ne era conquistato Plinio il Vecchio: lo classificò persino migliore del vicino Falerno. Columella sosteneva la bontà delle vigne di Amyclae, sul litorale laziale tra le attuali Fondi e Sperlonga. E fu questo il vino del conclave che elesse l’antipapa Clemente VII nel 1378. Nell’Azienda Agricola Monti Cecubi si pigiano ancora l’uva Serpee l’Abbuoto, rinnovando la fama di quegli antichi calici. Le vigne nella frazione San Raffaele di Fondi si appoggiano su terra bruna e rocciosa; il vicino mare contribuisce a ottenere quelle escursioni termiche utili a ottenere un bicchiere profumato dall’esuberante presenza di viola e susina e dove sbracciano polvere di caffè e cannella. Le particolari condizioni climatiche concorrono inoltre a rendere fresco e persistente il sorso, che risulta piacevole e succoso, dai tannini smussati. Ideale per una merenda a base di salumi con salsiccia fondana (con coriandolo) e prosciutto di Bassiano, sapido e succulento.
✉ Contrada Porcignano 20 – Itri (LT)
☎ 3284060470

Agricola Paglione – Santa Justa
A Lucera qualcuno giura ancora che la figura di Santa Justa descritta dalla penna di Alfredo Pitta nel 1936, una sorta di Robin Hood lucerino che combatté sette secoli prima contro i francesi D’Angiò, sia davvero esistita: avrebbe aggiustato i torti e combattuto i prepotenti. Sotto la monumentale quercia dallo stesso nome si raccoglievano, questo è certo, i contadini per riposarsi. Poi un fulmine se l’è portata via qualche anno fa lasciando senza riparo e memoria ciò che rimane del mondo contadino. Santa Justa è un vino da uve Nero di Troia coltivate e pigiate dalla famiglia Faccilongo. Riesce ad esprimerle al meglio poiché raccolte avanti nella maturazione mettendo sul mercato dopo almeno 4 anni il vino. Rosso rubino intenso, miete nel naso spezie, soprattutto noce moscata e ginepro. In bocca un liquido esuberante, caldo, polposo, euritmico si concede con tannino addomesticato. Santa Justa corregge i pregiudizi sul Nero di Troia, vino valutato di poco fascino ed emozione. Ama la frittura di animelle d’agnello e funghi cardoncelli.
✉ Contrada Perazzelle Lucera (FG)
☎ 3669907771