Economia della Conoscenza

Autunno in Alentejo, vigneti e biodiversità

Scritto il

di Riccardo Lagorio

Portogallo addio? Se nei sogni dei pensionati, dei professionisti e dei nomadi digitali ha rappresentato per cinque lustri un Bengodi dove era concessa l’esenzione fiscale per dieci anni ai residenti non abituali, le recenti dichiarazioni del primo ministro Antonio Costa, che di fatto cancellano gradualmente quei privilegi, hanno rappresentato un brutto risveglio.

Non si poteva fare altrimenti per contrastare la bolla immobiliare che ha visto lievitare il prezzo del mattone del 78% tra il 2012 e il 2021 proprio a causa del gran numero di richieste di abitazioni da parte di forestieri.

Per chi invece vuole godersi una vacanza di qualche giorno o settimana, il Portogallo costituisce, specie in autunno, una meta che merita di essere ancora agognata. In particolare nella regione dell’Alentejo (letteralmente al di là del Tago), a sud di Lisbona, è comune il bucolico alternarsi di vigneti, querce da sughero e pecore che trotterellano verso il turista su pianori ondulati e infiniti.

«Da noi la biodiversità non è solo di tendenza, ma l’essenza stessa di pensare l’azienda», esordisce Ana Banha alla guida del fuoristrada che si muove tra gli 800 ettari di Herdade de Coelheiros, un mosaico di ecosistemi fatti di boschi zeppi di selvatici, vigneti e noceti nei dintorni di Igrejinha.

«Questa regione possiede tutti gli elementi per produrre buon vino: tanto sole, buon terreno e soprattutto vitigni autoctoni, figli di un’eredità vinicola secolare», spiega poi nella sala degustazione tra arazzi e tappeti, davanti al robusto bianco di uve Arinto e Roupeiro.

L’etichetta stessa è un omaggio al passato e riproduce le accattivanti decorazioni in lana che impreziosiscono gli intrecci locali.

Per capire quanto sia radicata la tradizione della filatura, della tintura e del ricamo bisogna mettere in conto una sosta nel museo e negli opifici artigianali di Arraiolos, tra case bianc’azzurre dominate dal castello medievale (tapetearraiolos.pt).

Dalla piazzaforte di un altro castello a mezz’ora d’auto, quello di Estremoz, i vigneti si possono avvistare a perdita d’occhio e si comprende meglio perché l’Alentejo viene considerato il paradiso degli enoturisti.

Tutti angoli impregnati di storia sui quali però svetta Évora, la Liberalitas Iulia dei Romani, Patrimonio mondiale dell’umanità dal 1986 e Città europea della cultura nel 2027. I dintorni e il centro sono un museo a cielo aperto con le sue strutture megalitiche, il tempio romano, la cattedrale e l’intrico di stradine dell’araba Yeborah nella parte più alta della città, custodita all’interno di mura medievali.

L’armonia del paesaggio invita a utilizzare le due ruote e a lasciarsi trasportare dal profumo delle erbe aromatiche a São Manços, dove vengono coltivate erbe officinali e aromatiche secondo i principi dell’agricoltura biodinamica. Se ne fanno sale aromatizzato, condimenti e infusi (aromaticasdepalma.com).

Sulla strada per Reguengos de Monsaraz la sala degustazione della cantina Ervideira, fondata nel 1880, «accoglie 300mila persone l’anno, che provengono soprattutto dai paesi di lingua inglese», spiega João Nocico, uno degli addetti alla ricezione.

Questa cantina fu la prima a inaugurare la vendemmia di notte «per mantenere i profumi del mosto e del vino» e meccanizzare la raccolta di uva su buona parte dei 110 ettari vitati. «Oltre a poter provare i vini, da noi si può trascorrere un’intera giornata con l’enologo della Casa oppure richiedere il necessario per un picnic tra le vigne», spiega Nocico. Durante l’assaggio anche il naso meno preparato viene colpito dalla fragranza d’incenso presente nel bianco dai sodi acini di Antão Vaz e nel longevo esuberante rosso Private Selection di Touriga Nacional e Alicante Bouschet.

Uno dei punti di forza dell’Alentejo è la genuinità dell’artigianato.

Chi ama terrecotte e vasellame si ferma al forno di Egídio Santos nel villaggio di São Pedro do Corval: la terra proviene tuttora dalle cave locali. Nel vicino invaso di Alqueva, il più grande d’Europa con i suoi 252 chilometri quadrati, si può trascorrere un’intera giornata a bordo dei battelli che segnano lo specchio d’acqua (alquevacruzeiros.pt), praticare sport nautici, birdwatching o esplorarne le coste lungo sentieri segnalati.

La città di Beja merita qualche ora in più. Da non perdere la mostra dedicata a Mariana Alcoforado (fino al 30 dicembre al Centro archeologico), monaca di nobili origini vissuta tra il Sei e Settecento in uno dei conventi cittadini e autrice delle piccanti Lettere di una monaca portoghese con tema l’amore non corrisposto.

La cultura dei dolci conventuali (molti a base di mandorle, uova e zucca spaghetti) è il biglietto da visita gastronomico di Beja. Le migliori pasticcerie? Maltesinhas e Luiz da Roca. Rustici, saporiti salumi nella macelleria di Jacinto Penacho (Talho do Jacinto) accanto alla chiesa di San Amaro. L’interno dell’Alentejo: un volto nuovo per le vostre vacanze, diceva una pubblicità…

Cosa Sapere

Dove dormire

  • Casa das Letras
    • ✉ Praça da República, 1
    • Vila de Cabrela
    • ☎ +351.265895044
    •  casadasletrasalentejo.pt
  • Pousada Convento de Beja
    • ✉ Largo Álvarez Pereira – Beja
    • ☎ +351.284313580
    •  pousadas.pt

Dove mangiare

  • Restaurante Dom Joaquim
    • ✉ Rua dos Penedos, 6 – Évora
    • ☎ +351.266731105
    •  restaurantedomjoaquim.pt
  • Molhó Bico
    • ✉ Rua Quente, 1 – Serpa
    • ☎ +351.284549264
    •  molhobicoserpa.com

Comprare

  • Herdade de Coelheiros
    • ✉ Igrejinha
    • ☎ +351.266470000
    •  coelheiros.pt
  • Ervideira Winery
    • ✉ Reguengos de Monsaraz
    • ☎ +351.266950010
    •  ervideira.pt
  • Maltesinhas
    • ✉ Terreiro dos Valentes, 7 – Beja
    • ☎ +351.284321500
  • Pastelaria Luiz da Rocha
    • ✉ Rua Capitão João Francisco Sousa, 63 – Beja
    • ☎  +351.284323179

Info

Lisbona si raggiunge con voli da Malpensa, Bologna e Roma serviti da TAP (flytap.com), compagnia di bandiera portoghese. Da Lisbona si noleggia l’auto con Guerin (guerin.pt).