Economia della Conoscenza

Dischi: il nuovo country è di Margo Price

Scritto il

di Beppe Ceccato

Il 13 gennaio è uscito il quarto album in studio di Margo Price, Strays. Salutato dalla critica come un meritevole lavoro ai confini tra Americana e rock con inserti psichedelici, sta portando finalmente all’artista dell’Illinois con sede a Nashville, la meritata notorietà che le spetta.

Dieci tracce dove il country è solo un accenno, si potrebbe definire addirittura un contro-country dove sono vivi i richiami a Tom Petty, suo idolo, a Jackson Browne, alle ballad alla Springsteen, alle vibrazioni dei Fleetwood Mac e ai testi, molto intensi e poetici in stile Doors con inserti dylaniani.

Il legame di Margo con il rock anni Settanta si solidifica anche nell’uso delle chitarre acustiche ed elettriche, spesso usate come contraltare in uno stesso brano, come in Light Me Up, dove morbide corde di un’acustica si sovrappongono agli assoli di Mike Campbell, ex Hearthbreakers (e si ritorna a Petty), con un nostalgico wah wah che riporta dritti a cinquant’anni fa. Oppure alla pedal steel in County Road, che ricalca classiche atmosfere country. O, ancora, gli archi ottenuti dai vecchi Solina, synth analogici che andavano nei Seventies, in Landfill, magnetico brano che chiude il disco.

Margo Price è una che viene dalla gavetta, ha fatto mille lavori, suonato ovunque, nei bar e nei peggiori postacci dell’America profonda, ha conosciuto la droga e l’alcool, il che ne fa una rocker a tutti gli effetti. Ha sofferto la morte di uno uno dei due gemelli appena partoriti, ha avuto un’altra figlia. Tutte esperienze che ha raccontato in un’autobiografia pubblicata nell’ottobre scorso dal titolo Maybe We’ll Make It.

È sposata da 14 anni con Jeremy Ivey, artista e chitarrista con cui ha scritto l’album, bevendo con lui tè di funghetti allucinogeni per stimolare la creatività. Been To The Mountain, pezzo quadrato che apre l’album è la summa di quello che si ascolterà in Strays.

Canta Margo: Used to be a lover, queen and a drifter/ A cowboy devil, a bride in a box, and/A pilgrim and a thief, but it was me underneath/ I just know who I’m not and that’s alright with me/ Alright, alright (ero un’amante, una regina e una vagabonda/ un diavolo cowboy, una sposa in una scatola/ e un pellegrino e un ladro, ma sotto sotto ero io/ So solo chi non sono e per me va bene, va bene, va bene).

Un gran bel disco, dunque, che merita un ascolto attento e che si apprezza per la saggezza dei contenuti e la bellezza degli arrangiamenti. La Price è il futuro del country, ne è convinto anche il re del genere, Willie Nelson, e la sua benedizione non è di poco conto, sulla copertina dell’autobiografia Willie scrive:

Il libro di Margo ti colpisce allo stomaco – e al cuore – proprio come le sue canzoni.