Economia della Conoscenza

Ellen River, suoni ed emozioni della vita

Scritto il

di Beppe Ceccato

Cover di Life

Forse l’acqua aiuta. O forse c’è da credere alla reincarnazione di un’anima perdutamente avvolta dalla musica… Ascoltare Life di Ellen River, doppio cd autoprodotto uscito il 31 marzo scorso, ti fa pensare a tutto questo. Ellen River è il nome d’arte di una giovane donna modenese, Elena Ortalli, che ha scritto, musicato e cantato un lavoro che vale la pena ascoltare.

Il genere è Americana, però confezionato all’italiana, con quell’artigianalità che ci contraddistingue. Una voce che sa essere graffiante e metallica ma anche dolce e carica di ricordi. In questi 27 brani ci sono tutte le grandi passioni di Ellen: Lucinda Williams, Etta James, Sheryl Crow, John Prine, Dolly Parton, i Black Crows e via elencando.

Li ascoltavo grazie alle radio libere, sono cresciuta con l’emittente K-Rock di Scandiano. Divoravo libri sulle loro vite, sapevo tutto di loro, inclusi i gossip!

Mi racconta. Ellen nel suo bagaglio culturale carica anche quella solida musicalità tipicamente emiliana, culla del rock italico, e pure romagnola, nell’essenza popolare nazionale che è il liscio, il nostro folk. E proprio folk, bluegrass, country, blues, roots music, soul e anche qualche condimento di grunge (vedi Out of the Storm) sono i protagonisti di «queste storie raccontate in base alle emozioni della vita», che si dipanano in un’ora e 26 minuti di ascolto, dove c’è posto per un addio al “gatto della strega”, per raccontare un’attesa o ritratti di «donne meravigliose», come in Renata e Lucy.

Quello che piace è la naturalezza e la spontaneità, un disco vero non una banale imitazione di generi lontani dalla nostra cultura. Ottimi i compagni di viaggio di Ellen, Boris Casadei alle chitarre, Diego Sapignoli alla batteria e percussioni, Rodolfo Valdifiori al basso, Marco Maccari al banjo, Stefano Zambardino al pianoforte e fisarmonica, Enrico Giannini all’Hammond, Enrico Guerzoni al violoncello, Luca Falasca al violino e Alex Valle alla pedal steel.

Le sue aspettative?

Riuscire a dare solo un miliardesimo di quello che la musica mi ha dato, conquistare il pubblico con le emozioni.

Forse sarà l’acqua, dunque: Ellen ha scelto non a caso come moniker River.

Sono nata tra due fiumi, il Secchia e il Panaro (entrambi affluenti del Po, il grande fiume, ndr) ho un forte legame con questo elemento, noi esseri umani siamo fatti al 90 per cento d’acqua.

Inevitabile rifarsi al Mississippi e al suo scorrere disegnato dalle ritmiche blues. Buon ascolto e buona Pasqua!