Economia della Conoscenza

Enologia sartoriale: Anny Rose, Piccà, Scerò

Scritto il

di Riccardo Lagorio

Azienda Agricola Colline della Stella – Anny Rose

Ricordo un giovane Andrea Arici, amante della cultura del cibo locale e sperimentatore che cercava di farsi spazio nell’affollato mondo del vino. Eravamo lì lì per cambiare secolo, pensa te!, e già allora tutto lasciava presagire quanto l’intuito lo avrebbe condotto verso stilemi e morfologie di Franciacorta del tutto personali. Così è stato. Fino a quando, per casualità, mi giunge notizia che con uva Barbera da vigne allevate con sistema di pergola bresciana (che presumo perciò di certa età), in territorio di Collebeato (in area esterna quindi alla ricercata denominazione sia per vitigno sia per luogo, ma accanto a casa), è arrivato Anny Rose, il metodo classico che porta il nome della moglie Anna. Che invitante il colore rosa perla quando si svuota nel bicchiere dopo 36 mesi di permanenza sui lieviti, che attraenti il profumo di prugnolo selvatico e lo scorrere delle bollicine piccole e chiacchierone. Tutto riporta a quel ragazzo alla ricerca di un proprio modello, ormai realizzato e diventato a sua volta stella polare per molti. Anny Rose, una sfida? Beh, non sarebbe Andrea Arici.

✉ Via Forcella, 70 – Gussago (BS)

☎ 030.2770569

Agriarquata – Piccà, vino bianco

Piccà è un vino speciale, prodotto secondo i racconti di Arnaldo Eupizi di Arquata del Tronto. È il vino frizzante, ovvero piccante, da cui deriva il nome del vitigno Pecorino, vinificato in questo modo, pare, dai monaci benedettini del Monastero di Borgo intorno al XII secolo. Un vino eucaristico per origine e che serve per ringraziare quegli intrepidi abitanti della zona che non hanno abbandonato le rovine del borgo azzerato dal terremoto del 2016. Le viti sono a piede franco, i trattamenti pressoché assenti e il valore che trascende quello di mercato sono i tre elementi che fanno di questa bottiglia un mondo unico e irripetibile. L’insolita bottiglia trasparente e la chiusura con il tappo a corona con bidule conservano un vino dalla elevata longevità, dal colore paglierino e sottile velatura. Dal bicchiere emergono profumi di pompelmo e biancospino mentre le cremose bollicine restituiscono ricordi di lime che ci avvicinano con delicatezza a crostacei e molluschi, necessariamente crudi.

✉ Zona industriale di Pescara del Tronto – Arquata del Tronto (AP)

☎ 338.2259644

Cantina Sociale di Bova – Scerò IGT Palizzi

Arrivarci a Bova è un azzardo. Bova è un’idea che si arrampica su per l’Aspromonte, un luogo non luogo, portale di un mondo arcaico che difende con forza la propria identità. Da Bova il mare è distante una manciata di chilometri, lo vedi da questa altura, una montagna dura, rude, che in grecanico, l’antico idioma di origini greche parlato per le strade del borgo, si dice scerò. Bova è la capitale dell’area ellenofona calabrese tanto che i soci della cooperativa hanno scelto di commentare in retroetichetta Scerò, vino dal colore rubino intenso ottenuto da uve Calabrese, in lingua locale, traslitterata in caratteri latini. È indelebile il suo ricordo per l’aroma etereo, speziato, balsamico e il sapore asciutto, pieno e robusto, assai vellutato. Un vino seducente e da lungo invecchiamento che alla fine premia l’attesa. Il migliore accompagnamento si ha con i maccheroni al sugo di capra o con la coscia d’agnello alla creta. Gustosa la merenda con formaggio di capra stagionato.

✉ Via Antonio Gramsci, 5 – Bova (RC)

☎ 349.8729503