Economia della Conoscenza

Il lato jazz di Totò che ci fa ballare

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di Beppe Ceccato

Archiviata l’edizione numero 73 del festival di Sanremo è tempo d’ascoltare buona musica. Ho scelto un disco uscito lo scorso anno: si intitola Sepè le Mokò (la musica dei film di Totò). L’autore è quel geniaccio che risponde al nome di Daniele Sepe, sassofonista, compositore, arrangiatore napoletano che da sempre si distingue per approcciare musica e realtà quotidiana in modo non convenzionale, out of the box. Sepe è anche il Capitan Capitone, che con la sua ciurma ha pubblicato ben tre dischi tra il 2016 e il 2020, e pure l’autore di un progetto musicale, sempre sul principe della risata, Totò Scketches, che per 20 anni ha portato in giro per i teatri nel mondo.

Ho citato Sanremo  non a caso: il principe De Curtis ebbe un legame con il festival ligure: nel 1954, quarta edizione, scrisse un suo brano – Con te – e nell’autunno del ’59 fu nominato presidente della giuria che avrebbe dovuto scegliere le 20 canzoni da presentare nell’edizione del 1960. Con te, cantato da Achille Togliani con l’Orchestra della Canzone diretta da Cinico Angelini e da Flo Sandon’s e Natalino Otto con l’orchestra di Alberto Semprini e i suoi solisti, si piazzò al nono posto. La presidenza di giuria durò pochissimo, per incomprensione con gli altri giurati su un brano (una gran bella storia da raccontare).

Veniamo a Sepe: 12 brani scelti tra le colonne sonore dei film di Totò tra il 1957 e il 1965, riarrangiati mantenendo la fluidità dei temi centrali, ricamati con assoli mai leziosi, veraci quanto eleganti. C’è molto smooth jazz, ma anche una buona dose di divertimento e ironia.

Come Veleno, ultima traccia, dal film Rita la figlia americana con Rita Pavone, del 1965. Lo cantò lo stesso Totò, accompagnato da Shel Shapiro & The Rokes. Sepe e i suoi compagni di viaggio hanno cucito un pezzo goliardico con venature punk stile The Clash.

Grinta e verve anche ne Gli Onorevoli, brano di Armando Trovajoli, puro swing, o la classica ballad anni Sessanta di Letto a tre piazze (Ballad),  “crasi” di due composizioni che trovano una freschezza attuale grazie a cambi repentini di tonalità. Totò Peppino divisi a Berlino, la cui sound track porta sempre la firma di Trovajoli, brano che apre il disco, ha un inizio samba carnevalesco che porta dritti dritti nell’allegria popolare napoletana, a cui segue Letto a tre piazze (Cha Cha Mambo) un dialogo serrato tra trombone, tromba e flauto che preannuncia un assolo di piano e quindi uno di tromba da manuale, riferimento al Son cubano.

Un disco che invita al ballo, all’ascolto, al divertimento. E perché no, anche a rivedere le gesta di uno dei grandi attori comici italiani!