Economia della Conoscenza

La qualità è merce sempre più rara

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di Sara Sagrati

Come catturare l’attenzione del pubblico in un mercato sempre più saturo? Una bella sfida per i bravi comunicatori che non vedrebbero l’ora di aggiungere ai loro portfolio strategie vincenti, innovative e dirompenti. Però ci vogliono tempo, budget e prodotti capaci di poter emergere.

Nel mercato serie tv sono lussi difficilmente reperibili e allora meglio percorrere vie già battute: remake, spinoff, sequel e qualunque altro neologismo il cui significato è fondamentalmente quello di sfruttare marchi e personaggi già conosciuti dal pubblico. Una strada già abbondantemente percorsa dal cinema, criticata dagli spettatori, ma alla fine capace di tranquillizzare gli investitori.

Raccontavamo qui quanto il sistema delle piattaforme e la necessità di far uscire sempre nuovi titoli abbia cambiato il sistema produttivo della serialità. In tv la “replica” fa parte del mestiere (le serie sono di per sé replicabili anno dopo anno), ma nell’ultima stagione uno dei cambiamenti più evidenti anche all’occhio meno esperto è una crescita massiccia di serie tratte da film famosi.

La stagione è stata inaugurata da Il signore degli anelli – Gli anelli del potere (in copertina, in onda su Prime Video, costata oltre 450 milioni di dollari) che lo scorso 1 settembre ha rappresentato l’inizio (e l’apice) di questo nuovo corso, seguita da Willow (Disney+), serie sequel del cult fantasy per ragazzi del 1988 ideato da George Lucas e diretto da Ron Howard, mentre Netflix ha continuato a giocarsi la carta Cobra Kai, sequel di The Karate Kid arrivato stancamente alla quinta stagione.

Riscrittura di Attrazione Fatale di Paramount+
Riscrittura di Attrazione Fatale di Paramount+

Ma negli ultimi mesi i titoli si sono moltiplicati esponenzialmente, quasi ad arrivare al parossismo, a dimostrazione della vittoria delle ricerche di mercato sulle strategie di lancio e posizionamento. E allora via al prequel attento alla diversità che nessuno aveva richiesto Grease: Rise of the Pink Ladies e alla riscrittura del finale di Attrazione fatale (Paramount+), allo sgangherato remake in versione procedural anni ‘90 del gioiellino di James Cameron True Lies (Disney+) e all’altalenante adattamento seriale del western di Corbucci Django (Sky).

Per non parlare delle già annunciate serie da Il Gattopardo e Full Monty, lo spinoff di John Wick sull’hotel The Continental, per non parlare delle saghe Star Wars, Marvel e poi i nuovi progetti da Harry Potter, Twilight e chissà cos’altro.

Una medietà di intrattenimento comunque efficace (lato mercato), dal quale per fortuna emergono anche titoli da non perdere. Il genio comico Mel Brooks a 97 anni suonati sfrutta il mezzo televisivo per regalarci La pazza storia del mondo – Parte 2 (Disney+) che attendevamo dal 1981, anno d’uscita della prima – e dichiarata – parte cinematografica: la forma seriale risulta perfetta per nuovi sketch parodistici tra interpreti di prestigio e gag esilaranti.

Dead Ringers - Inseparabili, in basso, con una grande Rachel Weisz.
Dead Ringers – Inseparabili

Ma la vera sorpresa è Dead Ringers – Inseparabili (Prime Video) rivisitazione contemporanea del thriller psicosessuale di David Cronenberg. La showrunner Alice Birch trasforma i gemelli ginecologi protagonisti del film (Jeremy Irons) nelle sorelle gemelle Elliot e Beverly Mantle, regalando a Rachel Weisz una doppia interpretazione da standing ovation. Lo swap gender, spesso usato solo per effetti choc, in questo caso regala al racconto una nuova e illuminante prospettiva sul corpo femminile e il concetto di maternità, accompagnato da una messa in scena scioccante e raffinata allo stesso tempo. A dimostrazione che anche andando sul sicuro si possono raccontare grandi storie.