Economia della Conoscenza

L’elogio della diversità musicale firmato Diabaté

Scritto il

di Beppe Ceccato

Il 28 ottobre è uscito il nuovo lavoro di Toumani Diabaté, musicista maliano, di Bamako, dal titolo Toumani, Family & Friends.

Un disco che merita l’attenzione del caso: Diabaté è un virtuoso della kora, l’affasciante arpa mandinka diffusa in tutta l’Africa Occidentale. Strumento millenario, che racchiude nelle sue 21 corde e in quella cassa di risonanza fatta da una mezza grossa zucca rivestita di pelli animali, un che di sacro.

La kora è lo strumento dei griot, i cantastorie, custodi della cultura orale di un popolo e, per questo, onorati e rispettati. Viene tramandata di padre in figlio (fa eccezione la straordinaria Sona Jobarteh, di cui consiglio un ascolto attento – è una gran bella storia da raccontare). Toumani proviene da una ultrasecolare stirpe di musicisti e la discendenza continua con il figlio Sidiki.

Il titolo dell’album si riferisce proprio a questo: la musica dei Diabaté insieme a quella dei più famosi artisti africani in attività, dalle plurali estrazioni: Tiken Jah Fakoly, musicista reggae (Les Faux Marabouts), Meiway, che canta un amore (Nandine Snkaré), entrambi ivoriani, il touareg Kader Tarhanine, idolo desert rap (Ou Te Yé), Valentine Alvares, seguitissima popstar (Bamako), il mitico Souleymane Traoré conosciuto con il moniker di Neba Solo, suonatore maliano di balamba, balafon formato maxi (Life).

C’è anche un brano che porta il nome di uno dei grandi della musica africana, il senegalese Yussou N’Dour, con un flauto che ricorda il prog dei Jethro Tull. Un lavoro da ascoltare attentamente, dunque, che riporta, se ce ne fosse bisogno, il focus su un continente straordinariamente musicale e polifonico.

Toumani non è nuovo a collaborazioni, soprattutto con colleghi occidentali, vedi Damon Albarn (Blur e Gorillaz), l’islandese Björk, resta memorabile un concerto che fecero all’Expo di Saragozza nel 2008, ma anche i Ketama (fine anni Ottanta primi Novanta), band madrileña che mescolava il flamenco con altri generi musicali, che produsse con Diabaté due album dirimenti a distanza di sei anni uno dall’altro, Songhai e Songhai2.

Arnaldo Antunes, musicista brasiliano con cui Diabaté nel 2011 pubblicò un album, A Curva da Cintura, con Edgard Scandurra (altro disco da tenere nella propria collezione!) in Kaira canta: la musica ti cambia, tu cambi qualcuno, qualcuno cambia qualcun altro che a sua volta ti cambia. È il senso circolare della musica per Toumani: la contaminazione  come ricchezza, vita, avventura, dono.