Economia della Conoscenza

Mostre, eventi e buona tavola nel labirinto della Masone

Scritto il

di Patrizia Cazzola

Ci si può perdere, come in tutti i labirinti. E, a maggior ragione, qui al Labirinto della Masone, nelle campagne di Fontanellato tra Fidenza e Parma, visto che è il più grande del mondo: 8 ettari di terreno e oltre tre chilometri di percorso ad angoli retti, con bivi e vicoli ciechi bordati da più di 300mila piante di specie diverse di bambù, alte fino a 15 metri.

Voluto da Franco Maria Ricci (1937-2020), editore, bibliofilo, cultore della bellezza e visionario, il labirinto esiste dal 2015, ma la sua storia inizia molto prima.

Il progetto del labirinto più grande del mondo è degli anni ’70 – racconta Edoardo Pepino, giovane direttore, esperto d’arte e nipote di Ricci. – È nato per una promessa fatta, un po’ alla leggera, da Ricci a Jorge Luis Borges, ospite qui nella tenuta di famiglia, parlando appunto di labirinti (uno dei temi di conversazione preferiti dallo scrittore) mentre passeggiavano nei campi. Sembrava una follia, ma nel corso del tempo il progetto si è concretizzato, grazie anche agli architetti Davide Dutto e Pier Carlo Bontempi, dando vita, nel suo insieme, a questo Parco culturale.

Il Labirinto della Masone, infatti, non è solo il labirinto, ma include anche edifici che ospitano la collezione d’arte di Ricci, la biblioteca dedicata alla tipografia e alla grafica, la raccolta delle collane di libri e della rivista FMR da lui editati, il bookshop, spazi per mostre, concerti, incontri e due suite.

Ci sono persino un ristorante e un bistrò-gastronomia, guidati dallo chef Andrea Nizzi del 12 Monaci di Fontevivo, perché Ricci – svela Pepino – considerava il cibo della sua terra d’origine e Food Valley italiana, una forma d’arte. Si augurava che i visitatori lasciassero il Labirinto con un libro… e un culatello di Zibello o un pezzo di Parmigiano, oltre che potessero gustare sul posto i piatti del territorio.

Ci si può anche perdere, in altro modo, galvanizzati e ammirati, poco più in là del labirinto, nel Museo che raccoglie la collezione d’arte di FMR. Molto “privata” e selettiva, che non segue un ordine cronologico, piuttosto di temi e di passioni, come i ritratti, i busti, il neoclassicismo, l’Art Déco, ma anche un oggetto particolare o un singolo artista, magari già raccontati in uno degli eleganti volumi con la copertina di seta nera, la carta di Fabriano vergata azzurrina, le immagini applicate una per una, carattere dei testi solo Bodoni. Come niente, si passa da Ludovico Carracci a Ligabue, da Hayez a Erté, da un busto attribuito a Canova a una scultura di Wildt, da teste mozzate e teschi (Vanitas intagliate o dipinte o in cera) a seducenti ballerine di Chiparus… cominciando a stupirsi già nella prima sala davanti alla Jaguar E–Type degli anni Sessanta, nera (come le copertine dei libri… e come quella di Diabolik!), che Ricci usava per i suoi spostamenti, e all’automa che beve per fare pubblicità a un pub. In questo eclettico Museo ci si perde volentieri, non si ha nessun desiderio di trovare l’uscita.

Ed ecco Il Filo d’Arianna, come in ogni labirinto che si rispetti. Nel nostro caso, sono sette appuntamenti, con aperitivo, dal 14 aprile al 9 giugno, curati dallo scrittore e giornalista Stefano Salis. Il sottotitolo è Ritrovamenti, in un perfetto “stile Ricci”.

Il Filo d’Arianna dà la libertà di scegliere qualsiasi tema – puntualizza Pepino – e soprattutto di raccontare scrittori, artisti, personaggi “dimenticati”, non considerati nella loro epoca o che hanno avuto una rilevanza mediatica relativa.

Seriche Armature, abiti di Roberto Capucci in mostra al Labirinto fino al 16 aprile

Non è questo, però, il caso del protagonista del primo appuntamento, Roberto Capucci, geniale artefice di abiti sculture, cui Ricci aveva già dedicato una monografia negli anni ’80. La ragione che apra lui, 92 anni, la serie dei ritrovamenti, conversando con lo stilista e designer Antonio Marras, è che le sue Seriche armature sono esposte nel Museo, opere d’arte tra opere d’arte, in una mostra visitabile fino al 16 aprile.

Sconosciuto ai più, invece, è Gianni Guadalupi (1943-2005), scrittore piemontese, legato a doppio filo a Ricci e Borges (fu il suo primo traduttore in Italia), soggetto dell’ultimo incontro del 9 giugno.

Per la casa editrice Guadalupi è stato un Maestro – spiega Pepino – creando anche la collana delle Guide impossibili, connessioni tra mondi lontani e geografie reali, tra esistente e inesistente, dando segno di una forte personalità e di una grande capacità di scrittura.

L’occasione dell’incontro, a cui partecipa, tra gli altri, Alberto Manguel, argentino-canadese, ex direttore della Biblioteca nazionale di Buenos Aires, amico, traduttore e lettore dello scrittore sudamericano, è l’acquisizione da parte della Fondazione FMR della sterminata Biblioteca del Viaggio di Guadalupi, paradossale raccolta per uno che si definiva “viaggiatore sedentario” o, forse, creata proprio per questo.

Noto a pochi anche Ugo Celada da Virgilio (1895-1994), pittore lombardo che dal 7 maggio al 17 settembre avrà al Labirinto la prima grande mostra monografica e che il 12 maggio sarà argomento della lezione di Vittorio Sgarbi, con il curatore Cristian Valenti. «Borghese, riservato e antifascista convinto», lo presenta Pepino.

Quando nel 1931 Margherita Sarfatti con il suo Movimento del Novecento promosse una sorte di Arte di Stato fascista, lui attaccò questa posizione, si allontanò dal gruppo e ne pagò le conseguenze: emarginato e osteggiato.

Per tornare da dove siamo partiti, il labirinto vero e proprio ha una pianta quadrata, un perimetro a forma di stella che rimanda alle città rinascimentali. Al centro una cappella a piramide per ricordare che è simbolo del cammino che porta alla Fede. Di simbologie il labirinto ne ha tante altre, la ricerca dell’infinito, lo scorrere della vita, il percorso all’interno di noi stessi. Nulla vieta di vivere l’esperienza “alla leggera”, come la promessa che sfuggì a Ricci, e trasformarla semplicemente in un raro, emozionante gioco.

Cosa sapere

Labirinto della Masone

✉  Strada Masone 121, Fontanellato (PR)

☎ 0521.827081

labirintodifrancomariaricci.it

Aperto tutti i giorni, tranne il martedì

Orario fino a ottobre: 10.30-19

Per gli incontri del Filo di Arianna ingresso compreso nel biglietto del Labirinto della Masone, oppure 12 euro solo l’evento con ingresso alle 18.

Dove Dormire

Le Suites del Labirinto della Masone

✉ Strada Masone 121, Fontanellato (PR)

labirinto@francomariaricci.com

biglietteria@francomariaricci.com

labirintodifrancomariaricci.it

Antico Borgo di Tabiano Castello – Relais de Charme

✉ Antico Borgo di Tabiano Castello – Relais de Charme – Via Tabiano Castello 4, Salsomaggiore Terme (PR)

☎ 0524.881168 e 340.4849570

tabianocastello.com

Dove mangiare

Il Labirinto by 12 Monaci

✉  Strada Masone 121, Fontanellato (PR)

☎ 327.97433731

ristorante-labirinto.it

Osteria di Casalbarbato

✉ Osteria di Casalbarbato, Strada Casalbarbato 16, Casalbarbato (PR)

☎ 0521.825134