Economia della Conoscenza

Mostre: la tavola (dipinta) val bene un viaggio

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di Patrizia Cazzola

Una mostra costruita intorno a un’unica opera, con un percorso che ne fa scoprire la genesi e i dettagli. Parliamo della 14esima edizione del Capolavoro per Milano (esposizione che il Museo Diocesano regala ogni anno alla città, in vista del Natale, ospitando un quadro a tema ottenuto in prestito) e della Predella della Pala Oddi, olio su tavola di Raffaello che arriva dai Musei Vaticani e racconta l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio. Mostra e opera, entrambe di piccole dimensioni, ma di immenso valore.

La predella (termine che indica la parte inferiore di una pala d’altare) si ammira, infatti, alla fine di una sorta di gimcana tra pannelli esplicativi e gigantografie che l’anticipano e la rivelano, un cammino che porta ad «avvicinarsi all’opera in punta di piedi e a dialogare con essa», come suggerisce Nadia Righi, direttrice del Diocesano e curatrice della mostra insieme a Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani. E la sorpresa, quando si arriva davanti al capolavoro, posto in fondo a una sala buia, è davvero grande: la tavola è lunga neppure due metri, alta appena 39 centimetri, e i tre scomparti in cui è suddivisa per illustrare gli episodi raccontati nei Vangeli hanno la preziosità delle miniature. Inoltre, grazie a un “vetro non vetro” fatto realizzare ad hoc dal Diocesano, la si può ammirare a distanza ravvicinata. Come fa notare Jatta, «in un modo assolutamente inedito: ad altezza occhi, facendola diventare un’opera altamente fruibile».

Ed eccole le scene, che si guardano come fossero fotogrammi di un film: coloratissime (grazie anche al recente restauro di Paolo Violini), piene di movimento, azione, prospettiva, spazi e giochi di luci e ombre. Nell’Annunciazione, l’angelo sembra quasi avere appena concluso il suo volo, il ricercato pavimento a motivi geometrici fugge verso il paesaggio sullo sfondo e lo sguardo si perde, la mano alzata di Maria pare interrompere l’annuncio della maternità, svelandone l’incredulità. L’Adorazione dei Magi affascina per la disposizione delle figure, in scala discendente da sinistra a destra, e dei cavalli, in diagonali incrociate, che dilatano lo spazio e, poi, c’è quella posa curiosa di Giuseppe, in dialogo, forse non semplice, con i Re Magi. Teatrale, infine, la Presentazione al Tempio, edificio rappresentato con colonne, pilastri e capitelli ionici che testimoniano l’amore di Raffaello per l’architettura e la sua approfondita conoscenza della classicità; i personaggi ai lati chiacchierano tra loro, come si fa quando si sta aspettando che un evento abbia inizio, mentre il sacerdote, al centro con Maria e Giuseppe, cerca di prendere il Bambino che, invece, sembra voler ritornare, umanamente, tra le braccia della Madre. Un’emozione continua.

Nel percorso della mostra, è una sorpresa scoprire che Raffaello (Urbino 1483 – Roma 1520) dipinse la Pala Oddi e la sua predella tra il 1502 e il 1504, quindi giovanissimo, ma già magister, cioè iscritto alla Corporazione dei pittori. Poco si sa, però, della fase iniziale della sua formazione; probabilmente il padre, pittore alla corte d’Urbino, fu il suo primo maestro. Certo è che Raffaello, nella sua genialità e modernità rispetto ai contemporanei, assorbe “per osmosi” l’arte dei grandi che lo circondano e li supera, com’è evidente nel pannello che confronta la Pala Oddi (commissionatagli per l’altare della famiglia Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia) con la Pala di Santa Maria Nova a Fano del Perugino, da cui, forse, andò a bottega.

Da non perdere, quindi, questo viaggio nell’arte verso un capolavoro che emoziona e coinvolge e che ha avuto anche un episodio di vita degno di un romanzo: trafugato dalla chiesa di San Francesco al Prato nel 1797 per ordine di Napoleone, venne portato al Louvre, ma dopo il Congresso di Vienna, grazie alla mediazione di Antonio Canova, nel 1816 venne restituito a papa Pio VII.

Ed è così spiegato perché sono stati i Musei Vaticani ad averlo dato in prestito al Museo Diocesano.

Info

Un Capolavoro per Milano 2022, Museo Diocesano Carlo Maria Martini, piazza Sant’Eustorgio 3, Milano

In mostra fino al 29 gennaio 2023.

Orari: martedì-domenica, 10-18.

☎ 02 89420019

Sito: chiostrisanteustorgio.it.