Economia della Conoscenza

Quella sottile linea tra il jazz e la classica

Scritto il

di Beppe Ceccato

Risveglio è una parola piena di significati. Ci si può risvegliare dal torpore di una vita abitudinaria, ma si possono risvegliare le coscienze, cosa quanto mai necessaria in questo periodo. Lo sa bene Eugenia Canale, giovane compositrice lombarda di Magenta, pianista che divide la passione per gli autori classici con quella per il jazz e l’improvvisazione.

Risvegli è il titolo del suo nuovo lavoro uscito per la Barnum for Art a fine marzo, un intelligente invito ad ascoltare le proprie passioni, la natura, la vita intorno a noi. Il brano che dà il nome all’album è nato in un giorno di pioggia, dopo un lungo periodo di siccità.

Quel do centrale che segue la cadenza delle prime gocce e che poi si dipana in un tema “cantato” con l’armonica a bocca di Max De Aloe, ben rappresenta l’anima di un album che viaggia, sapiente equilibrista, tra grammatiche romantiche, Chopin, il jazz morbido alla Toots Thielemans, la bossa di Tom Jobim  fino allo Choro e al samba attraverso l’elaborazione degli ascolti di una grande compositrice brasiliana vissuta tra l’800 e il ’900, Chiquinha Gonzaga. Eugenia le dedica addirittura un brano:

La Gonzaga aveva una formazione classica solida. Una brava compositrice e una donna esemplare, coraggiosa.

Mi spiega. La musicista, che in Brasile viene ricordata nel giorno della sua nascita, il 17 ottobre, con il Dia Nacional da Música Popular Brasileira, per tutti o dia da Chiquinha, è stata una compositrice e direttrice d’orchestra che per affermarsi ha dovuto scontrarsi con tutte le rigide convenzioni del tempo.

Fu lei a comporre la prima marcetta di Carnevale, diventata un modello, Ó Abre Alas. Anche Eugenia va per la sua strada convinta che le sue due passioni, musica da camera e jazz possano convivere nel suo creativo mondo armonico.

Ritornare agli autori classici da interprete, lasciando da parte la vena creativa ti fa arrivare con una maggiore consapevolezza a quello che l’autore voleva raccontare. Ho trovato in Beethoven una scala che i jazzisti definirebbero be-bop e in Chopin tensioni armoniche che gli stessi chiamerebbero accordi alterati o sovrastrutture.

Racconta. In Risvegli Eugenia si esprime in quartetto: assieme a Max De Aloe che suona anche la fisarmonica, ci sono Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Marco Castiglioni alla batteria. Se volete ascoltarla, solista, suonerà a Piano City Milano il 20 maggio alle 12 presso la Biblioteca Affori.