Economia della Conoscenza

Vienna da bere, vigna urbana d’Europa

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di Riccardo Lagorio

Con i suoi 575 ettari e i 2,4 milioni di litri di vino prodotti, Vienna è la metropoli europea più vitata. Così, oltre al Stephansdom, il duomo di Santo Stefano, i caffè storici e i numerosi musei, il vino di Vienna può essere considerato una delle molle turistiche per la città, soprattutto da settembre ai primi di dicembre. In questo periodo le aziende vitivinicole offrono una bevanda simile al mosto, dolce e frizzante che si chiama Sturm, assai dissetante, che ogni punto di ristoro dispensa ai passanti. Bisogna invece attendere il prossimo settembre per partecipare alla Giornata della passeggiata del vino (Weinwandertag Wien), organizzata dalla stessa città di Vienna. In quella occasione ciascuno può seguire diversi itinerari alla scoperta dei vigneti e delle cantine, prenotare assaggi e visitare le cantine.

Soprattutto chi ama i bianchi trova a Vienna tutto l’anno straordinarie opportunità per allenare il palato grazie alla presenza di oltre 140 aziende vitivinicole, molte delle quali specializzate nella produzione di Wiener Gemischter Satz, il vino che si ottiene da una molteplicità di uve bianche coltivate sulle colline dei sobborghi a nord-ovest (e in minor misura a sud) della città. I vantaggi di comporre questo vino erano – e rimangono – soprattutto due: si riesce da un lato a produrre vini molto complessi, al contempo freschi, fruttati e corposi, e dall’altro ai viticoltori la vendemmia viene assicurata. Soprattutto in passato quando l’economia familiare dipendeva strategicamente dalla produzione di vino: avendo le diverse varietà anche periodi di maturazione differenti, non poteva succedere che un raccolto andasse completamente distrutto a causa delle condizioni meteorologiche nel periodo di fioritura. Una formula che era comune a molte zone d’Italia quando i vini monovitigno erano ancora di là da venire. Dall’aprile 2011 esiste un regolamento per la produzione di Wiener Gemischter Satz, che definisce il suo profilo: il vino dev’essere prodotto al 100% con uve che vengono raccolte e trasformate insieme provenienti da vigneti viennesi. La percentuale della varietà più presente non deve superare il 50%, mentre la percentuale della terza varietà per quantità non dev’essere inferiore al 10%. Dal 2013 il Gemischter Satz viennese è stato inserito nel marchio DAC (Districtus Austriae Controllatus), una denominazione di origine simile all’IGT sia per la versione semplice sia per quella Ried, o vigneto, un concetto simile a quello di clos.

«Nei miei quattro ettari si possono trovare 13 varietà di uva, che vengono raccolte contemporaneamente. Oltre a Pinot bianco, Riesling e Chardonnay vi sono tralci che ci riportano al passato, quando le vigne furono piantate a metà Novecento da mio bisnonno», spiega Martin Obermann, vignaiolo nella borgata di Grinzing, tra le più quotate della capitale. E aggiunge: «Questa è proprio la caratteristica principale: può accadere che alcune abbiano raggiunto la perfetta maturazione e altre siano lì lì per raggiungerla, creando quel perfetto connubio di aromi, colore e alcolicità che contraddistingue questa tipologia di vino. Anche l’età delle vigne è poi fondamentale perché grazie alle lunghe e provate radici, le piante sono bene esercitate a raggiungere l’acqua e l’umidità anche in periodi di prolungata siccità». Mostra con orgoglio la fotografia che ritrae il futuro re Carlo III in visita alla piccola azienda agricola nel 2017: lo si vede immortalato nel centro della sala del proprio Buschenschank, quello che nei paesi di cultura germanica si può avvicinare all’agriturismo. Oltre al Wiener Gemischter Satz, Obermann imbottiglia anche Riesling, Pinot Nero e Chardonnay: in totale meno di 30mila bottiglie all’anno perlopiù vendute sul posto (weinbauobermann.at).

Nelle stessa area di Grinzing, Johannes Müller ha aperto il suo Buschenschank da aprile a ottobre, ma accoglie i visitatori in cantina tutto l’anno. «Abbiamo un punto mescita pure nell’area di Nussberg: qualche tavolo e delle panche. Di più non si può fare, secondo il decreto dell’imperatore Giuseppe II ancora in vigore, che permetteva ai viticoltori di vendere il proprio vino all’interno di strutture temporanee per tre giorni alla settimana». In queste strutture si possono servire piatti freddi e il vino di produzione propria e i giorni di apertura si riconoscono da una frasca di pino appesa all’ingresso. «I crostini di pane con formaggio fresco sono i più diffusi assieme al liptauer, una mescolanza di formaggi morbidi, rinvigoriti da cipolla tritata finemente e pepe. Talvolta in città si propongono piatti preparati in casa anche caldi come la pancetta». La passione di Johannes per la vigna è palpabile e la sente come un incarico di famiglia. «Il nonno acquistò un piccolo appezzamento e per lui la vigna era il miglior passatempo possibile. I miei genitori erano impiegati in lavori d’ufficio e riuscirono a risparmiare una piccola somma che permise loro di avere appezzamenti di vigne abbastanza grandi che una famiglia potesse viverci. E quindi eccomi qua con le mie novemila bottiglie all’anno, che provengono da 15 diversi appezzamenti, vendute perlopiù in loco e a due ristoranti della zona» (jmueller.at).

Nel territorio della capitale si possono incontrare numerose cantine realizzate di recente, che risultano interessanti anche dal punto di vista architettonico. Dovendo tener conto dei regolamenti edilizi in vigore a Vienna, è stato in parte necessario combinare edifici preesistenti con nuovi e funzionali elementi architettonici, rispettando sia criteri di funzionalità sia criteri estetici. Un ottimo esempio di questa nuova tendenza è la costruzione della cantina Christ. Anche in questo caso incombe una nuova generazione: Manuel gestisce la cantina e il Heurige (la traduzione potrebbe suonare con taverna), una combinazione di legno, pietra e vetro all’interno di un bel giardino: «Vista l’importanza sociale di queste strutture, nel 2019 la Cultura degli Heurige di Vienna è entrata a far parte del Patrimonio immateriale austriaco dell’Unesco. Infatti una cosa che quasi è stata dimenticata è che il termine Heurige ha anche un secondo significato, indica infatti il vino dell’annata che esattamente il giorno di San Martino, l’11 novembre, viene battezzato e lo stesso giorno dell’anno seguente si trasforma in Altwein, vino vecchio». Qui c’è da provare il Gemischter Satz Ried Wiesthalen, una buona alcolicità, fruttato il giusto (weingut-christ.at). E, se siete interessati a questo mondo, si tratta di un vino anche vegano…

Dormire

Hotel Beethoven
A pochi passi dal centro e di fronte a quella che fu la residenza di Ludwig van Beethoven.
Papagenogaße 6, Vienna
0043.1.58744820
hotel-beethoven.at

Hotel Indigo Naschmarkt
Spazi ampi e moderni, sempre fioriti.
Rechte Wienzeile 87, Vienna
0043.1.8909373
Ihg.com/hotelindigo

Mangiare

Praterwirt
Una ristomacelleria dove trovare anche i piatti della tradizione viennese.
Praterstraße 45, Vienna
0043.676.4182444
Fb praterwirt

Heuriger Kierlinger
Tradizionale Heurige dove si serve il miglior Liptauer di Vienna.
Kahlenbergerstraße 20, Vienna
0043.1.3702264
kierlinger.at