L'editoriale

Meglio un patto di niente

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Non risolverà il problema del tutto, ma è un segno etico, un modo di dire ai cittadini che lo Stato e le imprese hanno capito il loro problema, il problema universale del fare la spesa con un caro prezzi da capogiri.

Il cosiddetto carrello è diventato un fardello, per le tasche non per il peso reale, anzi chi si occupa di amministrare case e famiglie sa che ormai più spendi e meno prendi.

Dal primo ottobre al 31 dicembre ecco allora il patto anti inflazione, quello stipulato tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani prezzi bloccati o scontati su quella gamma di prodotti che vengono chiamati di prima necessità. Saranno indicati da un bollino ad hoc nei supermercati e nei negozi che aderiscono.

L’accordo è stato siglato da Confcommercio, Confesercenti e Federdistribuzione, dalla stessa premier Meloni e dai ministri Urso e Lollobrigida, rispettivamente titolari delle Imprese e del Made in Italy e dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. Secondo un calcolo fatto dal Sole24ore il risparmio per ogni famiglia sarà nel trimestre tra i 100 e i 150 euro.

Noccioline, mancette occasionali che non risolvono il problema strutturale, tuonano le opposizioni. Beh certo non credo che nessuno sia così superficiale da pensare di sconfiggere un mostro come quello dell’inflazione in questo modo, e più volte sul nostro giornale le firme tecniche han- no spiegato le ragioni e la complessità del fenomeno, dalla guerra in Ucraina, alle politiche dei bonus, alle materie prime, alle speculazioni, ai cambiamenti del clima (causa danni alle filiere frutta e verdure sono escluse infatti in gran parte dal patto).

Tuttavia è ora che sulle questioni fondamentali del paese l’opposizione la smetta con la patologia ossessiva del muro contro muro e cominci a collaborare per soluzioni pragmatiche e non ideologiche. Per molte famiglie anche 150 euro sono importanti, meno per chi si angoscia per le destre illiberali e poi va in vacanza a Cortina o si può permettere una consulente per i colori.

Stessa solfa per il taglio del cuneo fiscale, non sono tantissimi i soldi in più in busta paga, ma se guadagni meno di 30.000 euro all’anno tutto fa brodo. Bello dire si combatte l’inflazione con la crescita, ma sono slogan per le assemblee e i comizi, perché nessuno propone idee chiare per dare a quell’eterna creatura platonica, la crescita appunto, precise strategie economiche.

Chiudiamo con la sofferenza di apocalittici e nostalgici di governi tecnici, i numeri questa settimana non sono dalla loro parte: il Btp valore è partito alla grande, la disoccupazione è al 7,3%, mai così bassa da 14 anni, lo spread cala a 188 punti.

Meglio di Draghi, che dall’Olimpo degli economisti posa una mano sulla spalla della neopromossa ex underdog Giorgia.