L'editoriale

Troppa Europa, troppo poca Europa

Scritto il

di Claudio Brachino

Troppo e troppo poco, rigida su date e parametri del green new deal, vaga, vaghissima sulle politiche comuni da adottare su un tema decisivo come quello dei migranti. Il rapporto con l’Europa, come istituzione politica e come bussola culturale dei valori e dei principi, ondeggia in moto perpetuo fra rabbia e protezione, fra necessità e voglia di fuga, fra decisioni condivisibili e mai condivise del tutto.

Non mi piace il giornalismo per accumulo, preferisco, anche come ex drammaturgo, fare quello che Carmelo Bene chiamava “togliere di scena”, semplificare, andare all’essenziale, creare un focus sempre più abissale per capire e analizzare. Però qualche volta è la cronaca stessa a mettere insieme le cose e a favorire uno sguardo d’insieme.

Abbiamo cominciato a inizio settimana con il fallimento della Silicon Valley Bank e la paura di un effetto tsunami finanziario nel mondo, e subito abbiamo registrato un bel paradosso. Il nostro sistema bancario è sano e più vigilato di quello americano, ma nel lunedì nero delle borse Wall Street ha chiuso in pareggio e l’Europa si è mangiata in poche ore 290 miliardi di euro.

Poi ci sono state le polemiche sull’immigrazione, ogni incidente in mare ormai sembra colpa del governo italiano o direttamente o ideologicamente a causa di una visione rigida e restrittiva sugli sbarchi.

Se non bastasse, due ministri, quello della Difesa Crosetto e quello degli Esteri Tajani, ci hanno messo il condimento, in salsa guerra fredda, del sospetto che i russi, tramite i mercenari della Wagner, ci riempiano apposta di migranti africani per destabilizzarci. Le opposizioni sono subito insorte dicendo che con il complottismo l’esecutivo nasconde la propria incapacità nella gestione dei flussi migratori.

Io che ho fatto più di cento inchieste con il mio “Top secret” dico che semmai il complottismo è l’arma migliore per nascondere i complotti reali. In più non credo che due ministri della Repubblica, al di là del loro colore politico, possano fare certe affermazioni senza il conforto delle fonti della nostra intelligence. Del resto sono stati i nostri 007 a lanciare l’allarme, con la primavera e l’estate sono in partenza dalla Libia, regione di grande instabilità dove Wagner è molto attiva, poco meno di un milione di persone. Una massa ingestibile per qualsiasi paese.

Paghiamo il nostro atlantismo, la nostra coerenza alla politica estera europea su Kiev? Basterebbe questo per aprire un tavolo continentale istituzionale su un’emergenza che vede l’Italia esposta sul piano geografico e geopolitico. Anche togliendo l’elemento russo, diciamo così, la situazione è tale che il nostro paese non può farcela da solo.

La tragedia di Cutro ha acuito la sensibilità pubblica, giustamente, sulla dimensione umanitaria, ma ci sono tanti altri aspetti nell’intera fenomenologia migratoria, regole e numeri di ingresso, accoglienza, integrazione, transito e quote internazionali, identificazione dei profughi politici, battaglia agli scafisti e alle organizzazioni criminali, interventi nei paesi d’origine, rimpatri. Un fenomeno storico complesso dove l’Europa, così come ha fatto con il Covid, la guerra in Ucraina e a fatica sulla crisi energetica, deve dimostrare di avere un’identità e un insieme di regole condivise.

Al di là degli egoismi e delle anche notevoli differenze in materia fra i vari paesi membri. Sennò la splendida culla della nostra civiltà, il Mediterraneo, diventa da mare nostrum un po’ troppo nostrum, una sorta di trappola a tenaglia solo per l’Italia. E la Grecia, e Malta, e la Spagna?Per ora silenzio assoluto.

Come se non bastasse, sempre questa settimana, arrivano a stretto giro di posta le notizie su auto e case. Per le prime rimane la data del 2035 come fine della produzione dei motori termici, per le seconde si è deliberato in fretta che l’efficientamento energetico va fatto subito, nei prossimi anni, con costi di circa 40mila euro a famiglia, come documentato da una nostra precedente inchiesta. La delibera è passata con il voto della sinistra e c’è già chi la chiama la patrimoniale rosso-verde.

Il governo come si dice farà ricorso. Tutto nella norma. Ma ai cittadini rimane comunque un po’ di gusto amaro in bocca, europei sì certo, forse per forza, ma sempre con troppe fregature.